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Boom di pacchi dall’Asia: l’UE pronta a una stretta
Fenomeno delle microspedizioni dall'Asia: l’UE prepara nuove misure per arginare il fenomeno


Trasporti Nazionali e Internazionali

Boom di pacchi dall’Asia: l’UE pronta a una stretta su Shein, Temu e Alibaba

12 Dicembre 2024

L’acquisto di vestiti e oggetti a basso costo su piattaforme come Shein, Temu e Alibaba sta generando un flusso impressionante di spedizioni dall’Asia verso l’Europa. Ogni giorno milioni di pacchettini attraversano i confini, sfruttando costi di spedizione ridotti e normative doganali favorevoli. Amsterdam Schiphol e il porto di Rotterdam, due hub logistici fondamentali in Europa, gestiscono complessivamente 3,5 milioni di pacchi al giorno, un volume pari a 40 spedizioni al secondo.

Secondo il Financial Times, la Cina riesce a mantenere competitivi i suoi colossi dell’e-commerce grazie a sovvenzioni sui costi di spedizione, rendendo estremamente economico trasportare merci di basso valore, spesso per via aerea. In totale, circa 4 miliardi di pacchi sotto la soglia di 150 euro arrivano ogni anno nell’Unione Europea, sfuggendo a dazi doganali e controlli approfonditi.

Le criticità: concorrenza, sicurezza e ambiente

L’impatto di questo flusso massiccio di merci low-cost non si limita alla congestione delle infrastrutture logistiche. Sono tre le principali problematiche che l’Unione Europea intende affrontare:

  • concorrenza sleale: Le imprese europee faticano a competere con i prezzi bassissimi dei rivenditori asiatici, che beneficiano di costi di produzione e spedizione estremamente ridotti;
  • prodotti non a norma: Indagini hanno rivelato che molti articoli importati non rispettano gli standard europei di sicurezza, mettendo a rischio i consumatori;
  • impatto ambientale: Il trasporto aereo di miliardi di piccoli pacchi contribuisce significativamente alle emissioni di CO₂, aggravando la crisi climatica.

L’intervento dell’UE: quali soluzioni?

La Commissione Europea sta studiando misure per ridurre il flusso incontrollato di pacchi, con l’obiettivo di presentare una proposta entro febbraio.

Tra le opzioni in esame figurano:

  1. Tassa sui ricavi delle piattaforme di e-commerce: Un prelievo diretto sulle vendite per compensare i costi ambientali e di gestione doganale.
  2. Tassa sulla gestione amministrativa: Un’imposta fissa su ogni articolo spedito, che potrebbe scoraggiare l’invio di pacchi di basso valore.

Abbassare la soglia dei 150 euro per l’esenzione dai dazi doganali, sebbene discusso, appare impraticabile. Le dogane europee, già in difficoltà nel gestire i volumi attuali, non riuscirebbero a controllare milioni di pacchi in modo capillare.

Le implicazioni per il futuro

Le nuove misure mirano a riequilibrare il mercato, garantendo condizioni di concorrenza più eque per le imprese europee e una maggiore tutela dei consumatori. Tuttavia, la domanda resta aperta: basteranno le tasse per arginare il fenomeno?

La sfida è imponente, ma l’urgenza di agire è chiara. L’Unione Europea non può permettersi di ignorare un sistema che, se lasciato incontrollato, continuerà a mettere a rischio la competitività delle aziende locali, la sicurezza dei cittadini e l’ambiente.

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