La recente approvazione del Decreto Legislativo 19/2024, sotto la guida del Ministro Raffaele Fitto, ha acceso i riflettori sulla futura Zona Logistica Semplificata (Zls) di Ravenna, promettendo un impulso significativo per l’economia locale.
La normativa, estendendo le disposizioni delle Zone Economiche Speciali (Zes) al Sud Italia, sembra preludere a una rivoluzione per il porto di Ravenna e le sue aree limitrofe, inclusi il retroporto e lo scalo ferroviario di Villa Selva.
La Regione Emilia-Romagna, dopo l’approvazione del Piano di Sviluppo Strategico, anticipa benefici per un’ampia rete che comprende 11 nodi intermodali, 25 aree produttive e 28 Comuni, spaziando da Ravenna a Piacenza.
Tuttavia, le nuove norme rischiano di non coprire tutta la regione, limitando potenzialmente i vantaggi a specifiche aree, come evidenziato dal viceministro Galeazzo Bignami.
Nonostante l’entusiasmo di molti, tra cui i presidenti delle Camere di Commercio Carlo Battistini e Giorgio Guberti, per il potenziale “passaggio epocale”, l’assessore regionale Andrea Corsini solleva perplessità.
Il Dl Pnrr, secondo Corsini, non garantirebbe l’istituzione di una Zls in Emilia-Romagna, equiparando semplicemente le regole alle Zes già attive, lasciando il territorio in attesa di concreti sviluppi.
Il dibattito si infiamma ulteriormente con le dichiarazioni di esponenti politici e rappresentanti locali, che sottolineano l’importanza di accelerare i processi burocratici per rendere effettiva l’istituzione della Zls.
Tra speranze di rinnovata competitività, sgravi fiscali e facilitazioni burocratiche, il cammino verso l’attivazione della Zona Logistica Semplificata si annuncia irta di ostacoli e incertezze.
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