Piano d’azione comune dell’Unione Europea
La UE si è impegnata a promuovere l’utilizzo degli alcol test blocca-motore sui veicoli commerciali e per passeggeri e ha proposto un limite di velocità pan-europeo, questo è ciò che nel 2011 è stato richiesto dall’Aula del Parlamento Europeo.
Il Parlamento ha sollecitato inoltre con urgenza la presentazione di un nuovo piano d’azione per combattere la mortalità in strada e armonizzare la segnaletica, i codici della strada e i limiti per l’alcol.
L’obiettivo a lungo termine è “scongiurare completamente i decessi da incidenti stradali”, come afferma la risoluzione preparata da Dieter-Lebrecht Koch (PPE, DE) che mira a ridurre del 50% i morti, del 40% i ferirti gravi e del 60% i decessi di bambini su strada entro il 2020.
I deputati hanno chiesto inoltre alla Commissione europea di designare un coordinatore per aiutare i governi nazionali a applicare il piano d’azione.
Le misure proposte dai deputati sono più precisamente: un limite europeo di 30Km/h nelle zone residenziali, più formazione per i giovani dai 17 anni e un limite di presenza di alcol nel sangue pari a zero per i primi due anni di patente.
Dalla normativa si leggono le basi pratiche da cui parte il Piano per il Decennio: “Il punto fondamentale si incontra nell’approccio sistematico alla sicurezza, che mira a sviluppare un sistema di trasporto stradale maggiormente in grado di compensare l’errore umano tenendo nella dovuta considerazione la vulnerabilità del corpo umano.
Un sistema sicuro ha lo scopo di garantire che gli incidenti non provochino lesioni gravi alle persone.
Rispetto agli approcci tradizionali, in questo modo di affrontare il problema gli utenti della strada, i veicoli, la rete stradale e il contesto ambientale sono pensati in modo integrato, attraverso una vasta serie di interventi, con una maggiore attenzione alla gestione della velocità e alla progettazione dei veicoli e della strada”.
I dati parlano sempre un linguaggio forte e drammatico: gli incidenti stradali causano ogni anno quasi 1,3 milioni di morti, più di 3500 al giorno.
Più della metà di queste persone non erano a bordo di un veicolo.
Sempre a causa di incidenti stradali, altri milioni di persone, da 20 a 50, riportano lesioni non mortali che tuttavia costituiscono una delle principali cause di invalidità su scala mondiale.
Il 90% degli incidenti mortali si verifica nei paesi a basso e medio reddito che registrano meno della metà dei veicoli immatricolati nel mondo.
Le lesioni da incidente stradale risultano tra le prime tre cause di morte per le persone tra i 5 e i 44 anni e, in mancanza di interventi immediati ed efficaci, diventeranno prevedibilmente la quinta causa di morte nel mondo con un numero previsto di 2,4 milioni di morti l’anno.
Nel 2009 sulle strade europee sono decedute oltre 35.000 persone.
Si stima che per ogni incidente mortale si verifichino quattro incidenti che portano a disabilità permanenti, dieci con ferite gravi e 40 con ferite leggere.
La sicurezza stradale in Italia
La nostra Penisola in tema di sicurezza stradale e di diminuzione degli incidenti non ha però raggiunto l’obiettivo UE del precedente.
Il piano decennale che scadeva nel 2011 e prevedeva anch’esso un dimezzamento degli incidenti stradali, e si è piazzata al 13mo posto tra i 27 Paesi dell’Unione.
Nel 2012 arrivano i nuovi dati del precedente anno con numeri che parlano di 2.185 morti e 69.519 feriti, in calo del 10% rispetto al 2010.
Come fare per combattere i dati che nonostante le diminuzioni rimangono tuttavia allarmanti?
A livello europeo tra il 2011 e il 2020 entrerà in vigore una serie di “misure attive di sicurezza”.
Regolatori elettronici del comportamento dinamico permetteranno di migliorare la stabilità del veicolo e di ridurre il rischio di capovolgimento.
Sistemi di avviso di uscita di corsia per autocarri e autobus consentiranno di ridurre gli scontri frontali.
Sistemi di frenata e limitatori della velocità incrementeranno la sicurezza.
Non mancano neppure regolamentazioni per le nuovissime auto elettriche.
L’educazione stradale è un altro aspetto importante.
A livello europeo si mira innanzitutto a migliorare la qualità delle scuole guida e a prolungare il periodo di pratica.
Si intende inoltre valutare l’inserimento della guida ecologica negli esami per ottenere la licenza di condurre.
A livello italiano una realtà importante in tema di sicurezza stradale è rappresentata dal Progetto Icaro, la campagna promossa dalla Polizia di Stato, dal Ministero dell’Istruzione e dalla Fondazione Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) e arrivata alla sua dodicesima edizione, che ha saputo coinvolgere nelle precedenti undici edizioni oltre 100.000 studenti di 161 città italiane.
Lo scopo è quello di educare i più giovani alla sicurezza stradale.
Si parte dai dati rilevati durante l’inizio del 2012, i quali registrano una diminuzione dei sinistri dell’11,5% rispetto allo stesso periodo del 2011, mentre le vittime sono calate del 22,7% e i feriti del 14,5%.
Ci si prefissa grandi obiettivi in linea con le normative europee che prevedono una diminuzione del 50% per i prossimi dieci anni.
Proprio per questo è fondamentale partire dall’educazione dei più giovani che domani saranno automobilisti. “Imparare giocando”, questo è lo slogan con cui quest’anno è partita da Brescia la 12° edizione.
Inoltre, l’educazione stradale si rivolge anche al mondo dei ciclisti.
In questo caso, ai bambini verrà insegnata l’importanza dell’utilizzo delle protezioni, come i caschetti.
Il Progetto Icaro si presenta come percorso itinerante che vedrà protagoniste prossimamente le città di Salerno (8-9 marzo), Crotone (12-13 marzo), Taranto (15-16 marzo), Matera (19 e il 29 marzo) e, infine, Roma (22-23 marzo).