Per la prima volta in Italia, i mezzi elettrici saranno impiegati per il trasporto di prodotti chimici industriali. Un traguardo significativo, raggiunto grazie a un progetto che vede coinvolte aziende strategiche come Esseco Industrial e Altair Chemical. La sperimentazione partirà in Piemonte e Toscana, due regioni che diventeranno laboratori a cielo aperto per una logistica a emissioni ridotte. Si tratta di un’innovazione concreta e replicabile che punta a trasformare uno dei comparti più complessi da decarbonizzare.
L’iniziativa è stata presentata ufficialmente a Verona, nella sede di MAN Truck & Bus. Il progetto coinvolge tre impianti produttivi: San Martino di Trecate (NO), Pieve Vergonte (VB) e Saline di Volterra (PI). I tragitti saranno inizialmente limitati a tratte brevi — entro un raggio di 80 km — verso hub intermodali lombardi come Busto Arsizio e Segrate, ma anche verso clienti e fornitori locali. I veicoli verranno ricaricati direttamente negli stabilimenti, grazie all’installazione di colonnine elettriche dedicate, garantendo un ciclo energetico virtuoso sia dal punto di vista ambientale che economico.
L’ingegnere Roberto Vagheggi, General Manager di Esseco Industrial, ha definito l’iniziativa un cambio di paradigma, spiegando come l’azienda abbia già investito in fonti rinnovabili e energia CO₂ free per coprire oltre il 65% dei consumi energetici. Un ulteriore passo avanti, ora, è rappresentato proprio dalla mobilità elettrica nel trasporto chimico, settore classificato come “hard to abate”. L’uso combinato di energia da idroelettrico, fotovoltaico e vapore di processo dimostra che la decarbonizzazione della supply chain è tecnicamente ed economicamente possibile.
Secondo i dati dell’ICCT (International Council on Clean Transportation), i mezzi elettrici alimentati da energia verde possono ridurre le emissioni di CO₂ del 92% rispetto ai veicoli diesel. Il progetto piemontese rappresenta quindi una best practice per il settore logistico, destinata a fare scuola. Le prospettive di espansione sono concrete: una volta rodata la prima fase, si prevede l’estensione del servizio ad altre tratte, con benefici ambientali misurabili anche nella fase di distribuzione delle merci. L’attenzione ora è puntata sull’affidabilità operativa e sulla scalabilità del modello.
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