Nel 2025 l’Earth Day celebra il suo 55° anniversario con un messaggio forte e mirato: la transizione energetica globale richiede una revisione profonda delle catene di fornitura, non più solo motore dell’economia, ma anche strumento strategico per la sostenibilità. Il tema scelto, “Our Power, Our Planet”, sposta l’attenzione dal comportamento individuale all’urgenza di trasformazioni sistemiche, individuando nelle supply chain il fulcro del cambiamento.

L’intero ciclo logistico – dall’estrazione delle materie prime al trasporto, dalla produzione allo smaltimento – rappresenta una fonte significativa di impatto ambientale, responsabile di emissioni, spreco di risorse e inquinamento. La riorganizzazione sostenibile delle catene del valore diventa quindi prioritaria per raggiungere gli obiettivi climatici globali, tra cui la triplicazione della capacità di generazione di energia pulita entro il 2030.

Impatti ambientali e opportunità di intervento

Le catene di fornitura internazionali, per loro natura estese e complesse, generano esternalità ambientali in ogni fase:

• alte emissioni di gas serra legate ai trasporti e alla produzione;
• utilizzo massivo di materiali non rinnovabili;
• gestione inefficiente dei rifiuti, in particolare plastici;
• degrado della biodiversità e delle risorse idriche.

Intervenire in questi ambiti consente di ridurre drasticamente l’impronta ecologica della logistica e, allo stesso tempo, migliorarne efficienza, resilienza e tracciabilità. L’introduzione di energie rinnovabili nei processi, l’adozione di tecnologie digitali e la ridefinizione delle reti distributive rappresentano leve fondamentali di trasformazione.

Dalla visione alla pratica: le aziende che guidano il cambiamento

Numerose imprese stanno già agendo con investimenti mirati e leadership consapevole. Tra i casi emblematici:

• Apple ha ridotto del 45% la propria impronta di carbonio dal 2015 e punta alla neutralità totale entro il 2030;
• Starbucks vuole certificare 10.000 Greener Stores;
• NASA utilizza i dati satellitari per monitorare i progressi ambientali;
• ASICS e Target adottano modelli produttivi circolari.

Anche aziende non tradizionalmente associate alla sostenibilità – come Sony, McDonald’s, Kohler e Yum! Brands – stanno riformulando le proprie strategie di approvvigionamento e gestione dei rifiuti. Le infrastrutture intelligenti, le flotte elettriche e il sourcing locale stanno diventando nuovi standard di riferimento.

Supply chain come catalizzatore della transizione energetica

Per raggiungere risultati scalabili e immediati, la decarbonizzazione della logistica è oggi una priorità.

I punti d’intervento chiave includono:

• Elettrificazione dei trasporti (via truck e last mile delivery);
• Tracciabilità e analisi dati per ottimizzare i flussi;
• Sviluppo di reti di fornitori a basse emissioni;
• Design circolare e riduzione degli sprechi.

Non si tratta solo di ridurre l’impatto ambientale, ma di costruire supply chain resilienti, efficienti e competitive, capaci di generare valore economico e climatico allo stesso tempo.

Un movimento globale, un’occasione per l’Italia

Con oltre un miliardo di persone coinvolte in 190 Paesi, l’Earth Day è oggi un movimento globale che unisce attivismo, impresa e istituzioni. Il 2025 vede l’Italia protagonista di iniziative diffuse sul territorio, a conferma di un interesse crescente per le politiche energetiche e ambientali integrate.

Il contesto attuale rende evidente che i maggiori benefici ambientali immediati derivano dalla trasformazione delle catene logistiche. Le aziende italiane possono posizionarsi come leader, investendo in innovazione, digitalizzazione e collaborazione lungo tutta la filiera.

La logistica sostenibile diventa così non solo una risposta alla crisi climatica, ma una leva per il rilancio economico, la creazione di posti di lavoro qualificati e la valorizzazione della filiera produttiva nazionale.

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