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Gestione della supply chain logistica: il fattore umano resta l'elemento principale
Nella Digital Transformation della Supply Chain logistica resta importante il coinvolgimento attivo del personale


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Il fattore umano centrale nella trasformazione digitale della Supply Chain

22 Aprile 2020

La tecnologia sta facendo rapidi passi in avanti, per restare concorrenziali sul mercato e ottimizzare i processi tutti i settori devo tenersi al passo. La logistica non è esente dai processi di trasformazione, anzi è uno di quei settori che può trarre maggiore vantaggio dalla digitalizzazione.

La Digital Transformation della Supply Chain è un processo unico per ogni azienda. Non esiste un modello facilmente applicabile in grado di garantire il successo di questa trasformazione. Per avviare un processo utile di trasformazione digitale della catena di distribuzione bisogna innanzitutto capire l’obiettivo che si vuole raggiungere.

Molto spesso si fa una corsa ceca verso la tecnologia, senza però avere in mente un vero scopo dell’implementazione tecnologica all’interno dei processi della supply chain logistica. Chiave nel successo di questo tipo di percorso è mantenere alto il coinvolgimento del personale. Nessuno meglio di chi lavora nei vari step della catena logistica conosce cosa può essere migliorato.

Anche se spesso la tecnologia sembra avere la migliore risposta a ogni problema, l’apporto del fattore umano resta un elemento chiave soprattutto in settori come la logistica dove il know-how crea un grosso vantaggio competitivo.

La partecipazione del personale in questo tipo di trasformazioni deve essere attiva, questo non significa semplicemente affidare nelle loro mani nuovi strumenti tecnologici ma creare nuovi processi di lavorazioni, nuove strategie di management e collaborazioni tra i reparti IT e di business.

A sostegno di questo tipo di approccio nella trasformazione digitale della supply chain logistica ci sono le parole di McKinsey che, in un articolo recentemente pubblicato, afferma che l’attuazione dei processi digitali non deve avvenire a prescindere dalle persone ma con le persone. Questo perché per quanto la tecnologia possa migliorare non si potranno mai automatizzare tutti i processi.

Bisogna avere chiaro come nei processi di trasformazione digitale non esiste una formula perfetta, unica e facilmente applicabile a tutte le aziende. Ogni approccio digitale, anche nel settore logistico, deve essere fatto tenendo presente l’obiettivo finale da raggiungere.

Per avere una trasformazione digitale della supply chain logistica adatta alla conformazione dell’azienda bisogna attuare un processo iterativo, fatto di sperimentazioni.

Chiave in questo tipo di procedure infatti è sperimentare, ottimizzando e riportando su scala sempre maggiore i risultati positivi ottenuti per testarne la fattibilità. Bisogna infatti tener presente che in questo tipo di processi può capitare che soluzioni che si sono dimostrate affidabili in scala ridotta si possano dimostrare poco utili se applicate a livello globale dell’azienda.

Tre approcci da evitare nella Digital Transformation della Supply Chain

  1. Il primo errore assolutamente da evitare è quello di entrare nell’ottica della digitalizzazione totale e immediata secondo un approccio technology-first. Attuando questo tipo di procedure infatti si finisce per digitalizzare anche processi poco efficienti.

    Prima di avviare un percorso di digitalizzazione della catena di distribuzione logistica è necessario analizzare i vari processi, snellendoli, e poi procedendo alla trasformazione digitale. Solo così i vantaggi della digitalizzazione saranno reali.

  2. Il secondo errore è quello di porre l’attenzione solo sui processi. Molto spesso le aziende investono energie e capitali nella creazione di piani dettagliatissimi sull’evoluzione tecnologica dei processi della supply chain logistica. Questo tipo di approccio anche se all’apparenza sembra perfetto cela, come definita da McKinsey, l’incognita del “rigetto di trapianto”.

    I processi sono davvero ottimizzati solo se vengono discussi sia con tutti i livelli dell’organizzazione sia con gli stakeholder. In seguito, dopo la discussione, il cambiamento deve essere supportato dalla pratica costruendo politiche di change management.

  3. Ultimo, ma non meno grave, è l’errore del totale affidamento al progetto pilota. Come è stato detto nell’introduzione di questo articolo spesso soluzioni che si sono rivelate ottimali su scala ridotta si rivelano fallimentari su grande scala.

    Questo accade perché le tecnologie applicate a un piccolo processo o a un piccolo gruppo di persone possono non reggere quando vengono applicate alla totalità dell’azienda logistica perché molto più complessa e strutturata.

    Il momento dello scale-up del progetto pilota non deve essere visto come un momento finale del processo di digitalizzazione della supply chain logistica, anzi deve continuare il processo di fine tuning e di ottimizzazione. In business complessi e articolati come quello logistico utilizzare un semplice copia-e-incolla da piccola scala a grande può rivelarsi un errore fatale.

Tre esempi di successo di trasformazione digitate della supply chain logistica

Il miglior modo per attuare in maniere ottimale i processi di trasformazione digitale è quello di guardare chi ha avuto successo cercando di imparare il più possibile.

Qui di seguito tre esempi di come questa trasformazione può essere fatta in maniera ottimale.

  1. Il primo caso prende in analisi un’azienda che si occupa della fornitura di componenti per l’industria IT. In questa azienda la necessità di digitalizzare la supply chain nasceva dal velocizzare le consegne ai clienti riuscendo allo stesso tempo a essere in grado di modificare gli ordini anche all’ultimo momento.

    Per raggiungere questi obiettivi si sono focalizzati su tutte quelle tecnologie che permettessero loro di ridurre i lead time senza però avere un aumento di costo. Avendo in mente un obiettivo preciso, riuscendo a coinvolgere tutto il personale e introducendo le tecnologie giuste l’azienda è riuscita a ridurre i tempi di evasione di un ordine passando da trenta giorni a cinque.

  2. Il secondo caso riguarda una multinazionale che si occupa della fabbricazione di macchinari da rivendere ad altre aziende. In questo caso la supply chain era davvero molto complessa. L’azienda per poter fabbricare i propri macchinari si poggiava su centinaia di fornitori che si occupavano di rifornire il magazzino.

    Per evitare che il ritardo di anche un solo fornitore rallentasse l’intero sistema produttivo l’azienda era in possesso di ingenti scorte di magazzino, così da essere in grado di rispondere al meglio ad ogni tipo di ritardo.

    Avere un ampio magazzino, sempre rifornito, richiedeva costi di gestione molto alti ma nessun beneficio in fatto di produzione. Per ottimizzare le scorte di magazzino gli esperti di logistica hanno deciso di implementare la tecnologia già in uso con strumenti ad hoc.

    Sono state introdotte tecnologie in grado di supportare le decisioni partendo dall’analisi dei dati. In questo caso la scelta è stata vincente perché si è fatto grosso affidamento sul personale sia chiedendo ad esperti di logistica su come implementare l’esistente, sia puntando molto sul training del personale.

    Questa procedura ha permesso all’azienda di risparmiare in soli due mesi oltre cento milioni di dollari utilizzando al meglio tutte le componenti inutilizzate che giacevano in magazzino.

  3. Il terzo caso prende ad esempio un’azienda che si occupa della produzione di beni di consumo. Anche in questo caso la chiave di successo è stata l’integrazione tra fattore umano e tecnologia. L’azienda è riuscita a migliorare la supply chain logistica digitalizzando solo quei processi che lo necessitavano.

    Questo è stato possibile grazie alla collaborazione del personale di diversi dipartimenti dell’azienda. Specialisti di business, IT e logistica hanno collaborato per digitalizzare solo quei processi che lo necessitavano mentre negli altri casi sono intervenuti in maniera precisa in base al processo da ottimizzare.

    Questo ha portato a una digitalizzazione razionale incentrata sul tecnologizzare solo quello che avrebbe portato dei reali miglioramenti.

    Il risultato è stato sbalorditivo, in sole sedici settimane di operatività della nuova supply chain logistica la capacità di reazione dell’azienda ai cambiamenti si è ridotto da 7 giorni a 3 ore, allo stesso tempo il magazzino si è snellito del 10% e il servizio è migliorato del 2%.

Il fattore umano è l’elemento vincente

Da questi esempi si capisce come non esiste una formula magica in grado di attuare la digitalizzazione della supply chain logistica in maniera uguale per ogni realtà.

È emerso però che per attuare una tecnologizzazione vincente sia necessario guardare al fattore umano come a un elemento in grado di razionalizzare la tecnologia rendendola davvero utile al miglioramento dell’azienda.

Mantenere il personale attivo nella trasformazione digitale della supply chain logistica ne aumenta le performance di successo.





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