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L’Italia punta alle logistica 4.0, credono nelle potenzialità del nostro Paese

Presentate le riflessioni emerse al workshop della Liuc Business School in collaborazione con Columbus Logistics




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L’Italia è il nuovo hub logistico per l’Europa

17 Giugno 2019

“Siamo convinti che l’Italia abbia il potenziale per diventare nei prossimi 5-10 anni il Paese principale di riferimento per la vendita in Italia, Europa e mondo”.
A parlare è Wang Jian, capo tecnico di Alibaba.

Basta dare uno sguardo agli hub e alle delivery station di Amazon: Castel S. Giovanni (PC), su una superficie di 86.780 mq, Passo Corese (RI) di 52.080 mq, Vercelli di 94,320 mq e Torrazza Piemontese (60.000 mq); e poi Avigliana (TO), Brandizzo (TO), Buccinasco (MI), Burago (MB), Calenzano (FI), Casirate d’Adda (BG), Crespellano (BO), Fiano Romano (RM), Origgio (VA), Roma Magliana e Vigonza (PD).
Una presenza sempre più capillare, insomma, con evidenti investimenti che guardano al futuro.

Tra i casi citati al convegno Liuc – Columbus Logistics (con il patrocinio di Confetra) che si è svolto a Castellanza lo scorso 29 maggio, anche quello di Gucci.

Il gruppo Kering ha detto addio alla svizzera, spostando 400 lavoratori in Italia, a Trecate, in provincia di Novara.
Il gruppo, infatti, ha deciso di introdurre un nuovo modello operativo con una riorganizzazione dell’attuale network logistico negli Stati Uniti, in Asia e in Italia.
Il nuovo stabilimento di Trecate, dedicato alla logistica, si estende per 160mila metri quadrati, ed entro il 2023, nel piano industriale, viene previsto lo spostamento della logistica proprio in Piemonte.

Scelte localizzative per la logistica internazionale

Concetti di “local” o “global”, quando si parla di logistica, in realtà seguono un’unica finalità che è comunque la capillarità a livello internazionale.
A cambiare, però, è l’assetto distributivo.

Si parla infatti di Local Optimized, Central Optimized, Regional Optimized e infine Hub & Spoke Optimized.
Ecco le differenze: 

  • Nel primo caso i magazzini sono disposti, appunto, a livello locale nei vari paesi europei e da qui avviene la consegna ai clienti, con un servizio h24.
    Le consegne da parte dei fornitori avvengono verso i singoli magazzini locali. 
  • Nel modello Central Optimized, invece, vi è un unico centro di distribuzione europeo, dove arriva la merce da parte dei fornitori e da cui partono le consegne ai clienti, in un lasso di tempo che può essere di 24, 48 o 72 ore. 
  • Arriviamo al modello regionale – per macro “regioni” europee – che si può considerare come quello centrale, ma più in piccolo, quindi con tanti centri regionali, invece che uno unico europeo, con servizi di consegna che riescono a scendere fino a 24,48 ore. 
  • Hub & Spoke, invece, è una via di mezzo tra il modello centrale e quello regionale, ovvero con un hub centrale ma anche diversi “satelliti”. Le consegne ai clienti avvengono attraverso i satelliti, quindi a livello regionale, mentre quelle da parte dei fornitori possono arrivare all’hub centrale o ai magazzini regionali. I servizi di consegna, anche in questo caso, avvengono tra le 24 e le 48 ore.

Gli esempi di Stella McCartney, 3M Italia, Ikea, Schaeffler

Un’altra Maison, dopo quella già citata di Gucci, e uno stesso gruppo alle spalle, Kering.
Parliamo di Stella McCartney, uno dei più famosi brand di lusso al mondo (51 punti monomarca, 863 rivenditori, e-commerce in 100 Paesi).

Dopo 17 anni di partnership, Stella McCartney ha comprato il 50% delle quote di Kering, diventando di fatto l’unico proprietario del brand.
Un processo cominciato a marzo del 2018 e che si stima si possa concludere in due anni, quindi il prossimo anno.
In un anno, spiegano al convegno, sono già stati fatti passi da gigante.
Ecco perché viene preso da esempio.

Sia per quanto riguarda l’inbound che l’outbound, viene descritto il ruolo del nuovo magazzino centrale a Carisio (VC).
Per i più curiosi: su 10.500 mq, quindi una notevole grandezza, c’è spazio per gli scaffali per i pallet (4 livelli), flat storage per 4 livelli di picking, area per il controllo qualità, un mezzanino dedicato al GOH (piano terra e altri due livelli), con ascensore per raggiungere i due livelli del mezzanino, la working area per il packaging, VAS, resi, compresa di scanner, bilance, etichettatrici.

Industria, sicurezza, trasporti ed elettronica, salute, consumi, sono i mercati a cui si rivolge 3M, una delle 30 aziende dell’indice Dow Jones, con oltre 55.000 prodotti, 91.000 dipendenti, attività in 70 Paesi e vendite in 200.
Anche in questo caso, viene descritto un magazzino in Italia, quello di Carpiano, diventato hub logistico per l’Europa, il Middle East e l’Africa.

Si parla di Ikea e non si può non parlare di Piacenza, con il suo polo logistico Le Mose, nel più importante crocevia del Nord Italia.
Da qui Ikea serve il 70% dei clienti italiani, coprendo tutto il Nord Italia, arrivando verticalmente fino alla fine dello stivale, in Puglia, e anche in Sardegna.
Il restante 30%, invece, viene gestito da Roma.

Da Piacenza vengono riforniti 50 store in 13 Paesi del mondo.
Punti critici ed aspetti positivi di una gestione logistica così complessa a livello mondiale: le infrastrutture non possono che essere uno degli aspetti cruciali.
Si cita, ad esempio, la nuova area commerciale nel sud della Cina: Shenzen – Hong Kong – Macau e il ponte di connessione Hong Kong – Macau.

E si parla non solo di infrastrutture fisiche ma anche digitali.
E poi la burocrazia, perché i tempi lunghi non piacciono a nessuno.
In questo senso, la collaborazione con le autorità dei singoli Paesi è ritenuta fondamentale per snellire i processi e creare dei corridoi veloci.

Schaeffler (11.800 clienti approssimativamente, oltre 10.000 prodotti, dall’automotive all’industria, oltre 170 punti in 50 Paesi) fornisce 7 buone ragioni per investire in Italia. Intanto perché l’Italia è il secondo paese europeo dopo la Germania.

Viene definito un “center of gravity”; per le performance operative in termini di KPI; per i processi – “ben definiti, monitorati e continuamente verificati e migliorati” – per la qualità – “il magazzino deve produrre qualità, non quantità” – per i costi – “tenuti costantemente sotto controllo, parametrizzati al fatturato Logistic Production Credit” – per la digitalizzazione – “dematerializzazione dei documenti, EDI” – per la dedizione – “Competenza, know-how, professionalità e passione fanno spesso la differenza”.

Una piccola clausola, e anche questa volta si parla di infrastrutture (“Infrastrutture, reti digitali e comunicazione possono e devono essere migliorati”). 

Gli scenari internazionali

Guerre commerciali, bassa crescita, demografia, tecnologia, trasporti e ambiente.
Macro temi che sono direttamente collegati con l’attività logistica così come per la maggior parte delle altre attività commerciali, soprattutto se lavorano su scala mondiale.

A fronte di un trend di lungo periodo che, tra il 1965 e le previsioni al 2024, vede il passaggio dalla crescita alla stasi, il commercio estero resta il motore dell’economia.

Dov’è la ricchezza? Oltre che in Francia, Germania, e Regno Unito, anche in Italia.
L’import /export ha la sua forza nei mercati del Medio Oriente e del Nord Africa, e la crescita riguarda i Paesi della Bulgaria, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Romania, Turchia e Ucraina.

Bassa crescita e turbolenze quali conseguenze avranno sulla supply chain e sulle scelte localizzative nella logistica 4.0? UNCTAD stima vantaggi commerciali per la UE per 71 miliardi di US$ a seguito della guerra commerciale USA – Cina.

Una forte selettività si rivelerà essere a favore della qualità e della molteplicità dei servizi offerti dal territorio nelle scelte di insediamento.
In questo scenario, è opportuno porre grande attenzione ai settori, alle merceologie ed alle aree geografiche più dinamiche, cogliendone le opportunità per primi.





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