Dal 1° luglio 2016 ogni container deve avere un peso verificato prima di portarlo a bordo.
Si chiama Convenzione Solas e per rispettarla l’Italia ha già individuato come autorità preposta all’emanazione delle linee guida nazionali il Comando generale delle Capitanerie di Porto (VI reparto).
Purtroppo, però, pare che su 162 Paesi che hanno firmato la convenzione Solas sulla pesatura dei container, soltanto dieci abbiano emanato linee guida che chiariscano agli operatori come procedere.
A denunciarlo è un’associazione di speditori che riunisce alcune grandi realtà della produzione e delle spedizioni, Gt Nexus Shippers Council.
Ne fanno parte aziende come Nestlé e Adidas e corrieri come Dhl e Ups, insieme a una settantina di soggetti che complessivamente movimentano circa 7 milioni di container ogni anno.
La convenzione indica due metodi di pesatura ammessi:
La stima del peso non è permessa.
Inoltre, chi confeziona il container non può utilizzare il peso fornito da altri.
«Data la molteplicità di vettori oceanici e di terminal portuali – affermano i membri dell’associazione – che sono coinvolti nello scambio di informazioni, il rischio di un’interruzione massiccia del flusso internazionale delle merci e del commercio globale diventa una possibilità concreta».
L’Italia è uno dei Paesi più avanzati nel recepimento della normativa Solas, ma un ingolfamento del sistema avrebbe pesanti ricadute anche sul nostro traffico.
Le linee guida italiane hanno recepito la complessità della materia, introducendo misure provvisorie che permetteranno agli operatori nel corso del prossimo anno, a partire dall’entrata in vigore il primo luglio 2016, di adeguarsi progressivamente.
Questo favorirà le esportazioni italiane, ma restano altri punti critici.