Il Consiglio dei ministri, dopo l’approvazione della delega al Governo da parte del Parlamento, ha dato il via libera al nuovo Codice per gli appalti pubblici.
“Si tratta di una corposa riforma che mira a rendere il sistema dei lavori pubblici e delle concessioni finalmente all’altezza di un grande Paese europeo: semplificazione, trasparenza, lotta alla corruzione e qualità”, ha dichiarato il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Graziano Delrio.
Vengono previsti tre livelli di progettazione, che deve assicurare il soddisfacimento dei fabbisogni della collettività, la qualità architettonica e tecnico-funzionale dell’opera, un limitato consumo del suolo, il rispetto dei vincoli idrogeologici sismici e forestali e l’efficientamento energetico.
I tre livelli prevedono un nuovo progetto di fattibilità tecnica ed economica – che verrà redatto sulla base di indagini geologiche e geognostiche, e di verifiche preventive dell’assetto archeologico – il progetto definitivo e il progetto esecutivo.
Viene prevista una disciplina unitaria per le concessioni di lavori, servizi e forniture – per le concessioni, ovvero contratti di durata, il rischio operativo in caso di mancato ritorno economico dell’investimento effettuato sarà in capo al concessionario -; l’obbligo da parte dei titolari delle concessioni di affidare una quota pari all’80% dei contratti di importo superiore a 150mila euro mediante le procedure ad evidenza pubblica, oltre a una graduale digitalizzazione delle gare.
Il nuovo Codice riguarda inoltre l’aggiudicazione dei contratti di concessione, gli appalti pubblici e le procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali.