Premessa
La ricerca sulla congestione urbana nelle principali città europee è stata condotta misurando i tempi di spostamento e confrontandoli in diversi momenti della giornata e della settimana.
La differenza tra i tempi di percorrenza nell’orario con minor traffico e i tempi di percorrenza nell’ora di punta è una percentuale che fornisce un indice indicativo.
In questo modo, le città analizzate sono state confrontate ed è stata stilata una classifica.
Inoltre, per ogni città viene fornito un interessante report sul giorno maggiormente trafficato, sul livello di congestione nell’orario di punta, sul livello di congestione nelle strade urbane e in quelle extraurbane.
Nella classifica generale la città con maggiore congestione di traffico urbano è Istanbul, con una percentuale del 52% – rispetto alla media europea del 21% – che alla sera raggiunge il 119%, mentre la città con il minore livello di congestione del traffico urbano è Zaragoza in Spagna, con appena il 6%.
Palermo è al quinto posto delle città più congestionate, con il 34%.
Vediamo, quindi, quali sono le 10 città con più congestione a livello europeo, come si collocano le città italiane nella classifica generale e quali sono i dati specifici evidenziati dalla ricerca nelle schede delle singole città italiane, con il giorno che, nel 2012, ha raggiunto il più alto livello di congestionamento del traffico.
Infine vediamo, analizzando la seconda ricerca Tom Tom sulla sicurezza urbana, come gli autisti gestiscano la guida nel traffico cittadino.
Top 10: Le città più congestionate e quelle più “virtuose”
Come abbiamo visto, è Istanbul la città con maggiore traffico urbano: la congestione è del 52%, alla mattina è del 64%, alla sera è del 119%, nelle autostrade che si trovano vicino alla città la congestione del traffico è del 58%, nelle strade urbane è del 45%.
Al secondo posto si trova Hamburg, al terzo Marsiglia, al quarto Stuttgart in Germania, al quinto Palermo, al sesto Varsavia, al settimo Parigi, all’ottavo posto Leeds-Bradfdord, al penultimo Berlino e infine, al decimo posto, Londra.
Tra le città con meno traffico, oltre a Zaragoza, molte altre città spagnole fanno parte della classifica, tra cui Valencia, Malaga e Madrid, e molte città del Nord Europa, come Rotterdam, Amsterdam e Copenhagen.
Per quanto riguarda le città italiane, anche se si trova al quinto posto, Palermo supera nella percentuale della congestione sulle strade prettamente urbane (41%) i livelli di Stuttgart, al quarto posto della classifica per la percentuale generale di congestione ma con il 31% per le strade urbane, e Hamburg, al secondo posto della classifica ma con il 36% di congestione nelle strade urbane.
La congestione del traffico è più evidente nelle ore serali, con il 67%, mentre raggiunge livelli più bassi nei tratti autostradali (27%).
La città di Roma è al quindicesimo posto, su un totale di 58, con il 25% di congestionamento, che raggiunge il 56% nelle ore mattutine e il 51% in quelle serali, il 21% nelle zone extraurbane e il 27% in quelle urbane.
Milano si trova al ventottesimo posto, con il 20% di congestione: nelle ore mattutine la percentuale è del 55% (solo un punto percentuale in meno di Roma), mentre nelle ore serali è del 47%.
Anche in questo caso la percentuale di traffico è maggiore nelle strade urbane (23%), rispetto a quelle extraurbane.
Napoli, al ventinovesimo posto col 20%, raggiunge il 33% al mattino e il 37% alla sera, il 12% nelle strade extraurbane e il 28% in quelle urbane.
Genova, al trentatreesimo posto con il 19%, arriva al 31% alla mattina e al 39% alla sera, al 15% nelle strade extraurbane e al 26% in quelle urbane.
Infine, Torino, al quarantacinquesimo posto su 58, si classifica con una percentuale del 15%, che sale a 32 al mattino e invece scende a 31 alla sera, nelle strade extraurbane registra l’8% e in quelle urbane il 19%.
Il livello di traffico giornaliero nelle città italiane
A Palermo, che abbiamo visto collocarsi in classifica al posto 5/58, ogni ora nel traffico intenso porta ad un ritardo di 36 minuti.
I giorni con più traffico sono il martedì sera e il mercoledì mattina, mentre i giorni con minor traffico sono il lunedì sera e mattina.
Il giorno con più traffico è stato, nel 2012, venerdì 14 settembre.
A Roma il ritardo accumulato in un’ora di traffico intenso è di 32 minuti.
I giorni più trafficati sono il venerdì sera e il lunedì mattina, quelli con meno traffico il lunedì sera e il mercoledì mattina.
Il giorno più trafficato nel 2012 è stato, come per Palermo, venerdì 14 settembre.
A Milano, con un ritardo su un’ora di 30 minuti, i giorni “peggiori” sono il venerdì sera e il lunedì mattina, mentre quelli con minor traffico sono il lunedì sera e il venerdì mattina.
Il giorno con più traffico nel 2012 è stato mercoledì 19 settembre.
Anche per Napoli, come per Roma e Palermo, il giorno più trafficato registrato nel 2012 è stato venerdì 14 settembre.
I giorni più trafficati della settimana sono il lunedì sera e il martedì mattina, quelli meno trafficati, invece, il mercoledì sera e il venerdì mattina.
Il ritardo accumulato su un’ora è di 20 minuti.
Un ritardo simile a quello della città di Genova, che su 60 minuti ne accumula 21 di ritardo.
Questa volta il giorno più critico del 2012 non è a settembre, ma il 13 luglio.
I giorni più trafficati? Il venerdì sera e il giovedì mattina.
Quello meno trafficato invece il martedì.
A Torino invece il traffico accumulato su un’ora è di 18 minuti.
Mercoledì 19 settembre è stato il giorno più trafficato nel 2012, mentre mediamente i giorni più trafficati della settimana sono il mercoledì sera e il martedì mattina, e quelli meno trafficati il lunedì sera e il venerdì mattina.
Districarsi nel traffico senza dimenticare la sicurezza
Tom Tom ha condotto una ricerca tra 872 dipendenti in flotte operative, tra il Regno Unito, la Germania, l’Olanda, l’Italia, la Francia e la Spagna.
“Una percentuale significativa dei conducenti dimostra una chiara consapevolezza dei vantaggi di uno stile di guida di sicuro ed efficiente – ha spiegato Thomas Schmidt, Tom Tom Business Solutions Managing Director – che viene applicato quando sono al volante dei loro veicoli personali (il 79% degli intervistati), ma le pressioni di lavoro pregiudicano le prestazioni di guida con i mezzi aziendali”.
Due terzi degli intervistati, infatti, ammette di superare i limiti di velocità quando guida veicoli aziendali.
“Spetta al datore di lavoro – ha detto Schmidt – incoraggiare standard di guida più elevati e ridurre al minimo le pressioni derivate dai tempi imposti che i conducenti si trovano ad affrontare”.
Nel traffico urbano, che come abbiamo visto può essere molto intenso, la sicurezza della guida dei dipendenti ha, secondo Schmidt, anche una conseguenza effettiva sulla stessa economia aziendale, perché “pratiche inefficienti hanno un impatto negativo sulla redditività aziendale, soprattutto in seguito all’aumento dei costi del carburante, alla minor produttività e all’aumento del numero di incidenti”.
Dopo le dichiarazioni di Andrea Bolla, vicepresidente nazionale di Confindustria con delega al fisco, che ha affermato: “Lascia esterrefatti assistere alla smentita di tutte le dichiarazioni precedenti che sottolineavano l’esigenza di non penalizzare chi produce“, sono seguito le dichiarazioni di Flavio Lorenzin, presidente di Apindustria Vicenza, del presidente di Confindustria Vicenza Giuseppe Zigliotto e del presidente di Confindustria Padova Massimo Pavin.
“Siamo stati presi in giro dalla politica – ha detto Lorenzin – Il capannone sta all’impresa manifatturiera come l’abitazione principale al cittadino, con l’aggravio che nel primo caso non si è in presenza di un bene patrimonio, ma di uno strumento di lavoro per produrre reddito”.
“Ci aspettavamo maggiore capacità d’azione, invece l’impresa è continuamente colpita“, ha dichiarato Zigliotto, seguito da Pavin: “Com’è possibile ritrovare un sentiero di crescita robusta se alla prova dei fatti il sistema produttivo è trattato alla stregua di Cenerentola di ogni decisione di politica economica e fiscale, serbatoio a cui attingere indefinitamente per la copertura di questo o quel buco?
Chiediamo al governo di tornare sui suoi passi e di ripristinare nella Legge di Stabilità la deducibilità dell’Imu, peraltro già ridotta dal 100% al 50%”.
Bortolussi della Cgia di Mestre dà per scontata la deducibilità al 50%: “Senza questa misura – dice – le imprese subirebbero un salasso, nonostante sia il caso di non dimenticare che l’importo di una tassa come la Tares vale dalle due alle tre volte l’Imu”.