La recente escalation del conflitto in Medio Oriente sta avendo pesanti ripercussioni sulla logistica internazionale. Le principali compagnie di trasporto marittimo, come Maersk e Hapag-Lloyd, hanno già annunciato la sospensione temporanea delle operazioni al porto israeliano di Haifa, a causa di problemi di sicurezza e instabilità regionale. Nonostante queste interruzioni, il traffico navale nello Stretto di Hormuz, essenziale per il commercio globale di petrolio e merci, prosegue ma con crescente apprensione, dato che l’Iran ha minacciato più volte di bloccare questo passaggio strategico.
Parallelamente, anche il trasporto aereo ha subito gravi disagi. L’attacco missilistico iraniano contro una base militare statunitense ha provocato la chiusura temporanea dello spazio aereo del Qatar, paralizzando l’aeroporto internazionale di Hamad per otto ore. Questa interruzione ha comportato la cancellazione e la deviazione di centinaia di voli verso altri scali del Golfo, generando forti ritardi e problemi logistici per migliaia di passeggeri e tonnellate di merci. Nonostante il parziale ritorno alla normalità, la situazione rimane estremamente fluida, con conseguenze significative per le aziende che necessitano di spedizioni rapide e puntuali.
La combinazione di disagi nel trasporto marittimo e aereo evidenzia ancora una volta quanto siano vulnerabili le catene di approvvigionamento globali alle crisi geopolitiche. Per mitigare i rischi, molte aziende stanno rivedendo strategie e rotte alternative, puntando su una diversificazione delle vie di trasporto e una maggiore resilienza. Questo contesto instabile pone enfasi sull’importanza strategica di costruire supply chain flessibili, in grado di reagire rapidamente e mantenere operative le attività commerciali anche in situazioni di grave tensione internazionale.
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