La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), entrata in vigore il 25 luglio 2024, segna un passaggio storico per la sostenibilità aziendale nell’Unione Europea. Il nuovo quadro normativo impone alle imprese maggiori di 1.000 dipendenti e con ricavi superiori a 450 milioni di euro l’obbligo di identificare, prevenire e mitigare impatti negativi su diritti umani e ambiente lungo l’intera catena del valore.
La direttiva ridefinisce il ruolo dei professionisti del procurement, che ora devono:
Le aziende dovranno aggiornare policy, formare i team, sviluppare strategie per categorie ad alto rischio e collaborare attivamente con i fornitori, anche attraverso supporto tecnico e finanziario alle PMI coinvolte nella filiera.
La CSDDD prevede sanzioni fino al 5% del fatturato globale per chi non si adegua. Anche se le PMI non sono direttamente obbligate, ne subiranno gli effetti come fornitori di grandi gruppi, beneficiando di misure di accompagnamento ma rischiando l’esclusione dai contratti in caso di inadempienza.
La direttiva chiarisce che le certificazioni di terze parti non sono sufficienti a garantire la conformità. Le aziende restano responsabili in prima persona, anche in presenza di audit esterni o schemi di certificazione.
Ecco perché affidarsi solo a marchi o etichette può generare rischi:
Le funzioni acquisti dovranno rafforzare le proprie competenze con:
La convergenza tra procurement, compliance e sostenibilità diventa oggi imprescindibile per competere nel mercato europeo. La direttiva, pur limitando l’ambito rispetto alle bozze iniziali, rappresenta un passo deciso verso supply chain più trasparenti, resilienti ed etiche.
Come ricorda Claudine Maeijer di PwC: “Compiere il proprio dovere di diligenza non è un esercizio una tantum, ma un impegno continuo. La sostenibilità dovrà diventare parte integrante della strategia aziendale”.
Per i professionisti della logistica e del supply chain management, la CSDDD è un invito chiaro a rivalutare l’intera filiera: dalla selezione dei fornitori alla verifica dei rischi, fino alla gestione delle responsabilità lungo tutta la catena. Chi si muoverà per tempo sarà più competitivo, affidabile e allineato ai valori del mercato europeo del futuro.
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