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Logistica intermodale, al via i lavori del terzo nuovo terminal del Gruppo FS
Continuano gli investimenti del Polo Logistica (Gruppo FS Italiane) per aumentare la capacità dei terminal per il settore della logistica intermodale, dopo Milano e Piacenza al via anche il cantiere di Brescia. Scopri di più


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Logistica intermodale, al via i lavori del terzo nuovo terminal del Gruppo FS

19 Dicembre 2022

Polo Logistica (Gruppo FS Italiane) ha deciso di investire 300 milioni di euro per aumentare la capacità dei terminal per il settore della logistica intermodale.

Al momento sono stati investiti oltre 200 milioni di euro sui terminal al Nord Italia di cui:

  • 41 mln sul terminal: Milano “Smistamento” a cui si aggiunge un cofinanziamento di 67 milioni da parte dell’Ufficio federale dei trasporti svizzero, per un totale di 108 milioni di euro;
  • 60 mln sul terminale Brescia “La Piccola Velocità”;
  • 52 milioni per il terminal di Piacenza “Le Mose”.

Ad eseguire i lavori dei terminal di Milano e di Brescia sarà la società Terminal AlpTransit S.r.l. (“TERALP”), controllata da Mercitalia Logistics (Gruppo FS Italiane) e partecipata da Hupac, mentre il terminal di Piacenza verrà realizzato dalla società Centro Intermodale SpA, controllata da Hupac e partecipata da Mercitalia Logistics.

Un vantaggio per il trasporto merci

Il via ai lavori al terminal di Brescia risale al 1° dicembre quando Gianpiero Strisciuglio, AD di Mercitalia Logistics ha siglato un protocollo di intesa con il comune di Brescia e il sindaco Del Bono per iniziare i lavori.
Alla partenza del cantiere manca solo il rilascio del permesso a costruire da parte del Comune che arriverà entro i prossimi 6 mesi, assicura Federico Manzoni, Assessore alla mobilità.
I tre terminal dispongono di caratteristiche infrastrutturali in linea con i parametri dei corridoi europei per il traffico merci, ovvero moduli per treni di 750 metri di lunghezza e profilo di 4 metri di altezza.

A regime i terminal di Milano, Brescia e Piacenza permetteranno di gestire un volume di traffico di circa 800mila unità di trasporto intermodali (UTI) all’anno, il cui spostamento dalla strada alla ferrovia avrà indubbie ricadute positive sull’ambiente e sulla collettività.
Al momento è al vaglio anche la realizzazione di nuovi nodi di scambio sulle rotte delle merci al Sud Italia.

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