Il Green Supply Chain Management (GSCM) rappresenta un modello di gestione e riqualificazione dell’intera catena di distribuzione aziendale sviluppato all’insegna della sostenibilità ambientale, sociale e economica.
Negli ultimi anni, i governi dei Paesi più industrializzati hanno progressivamente introdotto nuove politiche e norme per ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030, come fissato dal Green Deal Europeo, in linea con l’obiettivo ultimo della EU di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
D’altra parte, anche i consumatori, diventati più sensibili ai temi ambientali, esercitano un’azione sempre più incisiva sulle decisioni di acquisto.
Secondo un’indagine della società americana di consulenza Boston Consulting Group (BCG), la pandemia da Coronavirus ha accresciuto nei consumatori la consapevolezza sui problemi climatici e ambientali: oltre il 70% dei 3000 intervistati in tutto il mondo ha dichiarato di effettuare scelte più consapevoli.
Per le aziende, spinte da norme sempre più severe e da consumatori sempre più responsabili, essere sensibili alla sostenibilità, e soprattutto al rispetto dell’ambiente, è diventato dunque un prerequisito obbligatorio per ottenere e mantenere la propria competitività.
La questione ambientale e delle risorse riguarda indistintamente tutti gli attori della filiera.
Il raggiungimento dell’obiettivo non è infatti ottenibile attraverso lo sforzo della singola azienda produttrice, ma necessita dell’impegno di fornitori, distributori e clienti.
Lo studio “Starting at the Source: Sustainability in Supply Chains” condotto da McKinsey dimostra che oltre l’80% delle emissioni di gas serra del mercato dei beni di consumo sono indirette, prodotte a livello di supply chain, con costi sociali e ambientali molto maggiori rispetto ai benefici derivanti dalle singole attività.
Per questo, nel 1996 la Michigan State University Association diede vita al concetto di Green Supply Chain Management (GSCM), un nuovo modello di gestione efficiente della catena di fornitura per la tutela dell’ambiente, che introdusse la cultura ‘‘green’’ nella classica Supply Chain.
Tuttavia, per perseguire una strategia efficiente di green supply chain management, finalizzata ad una riduzione delle emissioni, è fondamentale aumentare il livello di visibilità sulle operazioni e i processi di tutta la filiera.
In questo senso, tecnologie e strumenti di tipo IoT (Internet of Things), nello specifico gli smart sensors e altri dispositivi di tracciamento, giocano un ruolo cruciale in quanto capaci di trasformare il mondo fisico in informazioni digitali che vengono utilizzate per creare nuovo valore lungo tutta la filiera.
Gli smart sensors rendono ogni singolo oggetto, prodotto e componente realmente “intelligente” e consentono il pieno controllo e monitoraggio delle operazioni di supply chain, rendendo più efficienti, veloci e affidabili tutti i processi della catena.
Il Green Supply Chain Management (GSCM) implica un approccio gestionale mirato a minimizzare l’impatto ambientale della supply chain nella sua interezza, lungo cioè l’intero ciclo di vita di un servizio o prodotto, possibile solo grazie al coinvolgimento di tutti gli stakeholder e comprendente tutte le fasi, dall’approvvigionamento delle materie prime, alla progettazione, produzione vendita e trasporto del servizio/prodotto, fino al suo uso e riciclaggio.
La GSCM contempla quindi strumenti cruciali quali il Green Purchasing, il Design for Environment (DfE), il Closed-Loop Supply Chain (CLSC), il Life Cycle Assessment (LCA), il Green Manufacturing, il Waste Management, e le 4R (Reuse, Remanufacturing, Refurbishment, e Reverse Logistics) per il recupero dei materiali di scarto dei prodotti giunti a fine vita.
Per rispondere alle esigenze di un’economia circolare, la supply chain evolve dunque da una linea retta a un cerchio rigenerativo, cambiando il modo in cui i materiali e i prodotti si muovono e considerando il bene dell’intera filiera e non più l’interesse del singolo anello.
L’adozione di una strategia GSCM comporta una serie di investimenti ESG (Environmental, Social and Governance) ed azioni complesse che riducono l’impatto sull’ambiente e, al contempo, si convertono in un ritorno economico positivo anche per l’azienda.
Investire nella Green Supply Chain permette infatti alle aziende di essere più competitive e resilienti, rispettare l’ambiente, migliorare la propria capacità di analisi e decisione attraverso il tracciamento delle operazioni di filiera, contenere i costi legati agli approvvigionamenti di materie prime ed energia e accrescere la reputazione del brand sul mercato.
I ritorni economici prospettati dal Green Supply Chain Management necessitano di piani strategici costantemente controllati e verificati sul campo, in real-time, per i quali i dispositivi smart diventano essenziali.
Fornendo ai gestori dati in tempo reale sullo stato e le condizioni puntuali di tutti i processi e delle componenti chiave della supply chain, gli smart sensors generano visibilità e trasparenza lungo la catena di approvvigionamento e informazioni a valore aggiunto utili per prendere decisioni più corrette e tempestive per soddisfare al meglio le esigenze interne e quelle degli attori protagonisti delle fasi successive del ciclo produttivo, clienti compresi.
La gamma completa di sensori smart offerti da SICK, leader nelle soluzioni di sensoristica intelligente e partner ideale per la progettazione di sistemi di intralogistica 4.0 interconnessi all’intero ciclo di produzione di valore, spazia dai lettori di codice 1D/2D intelligenti e di tag RFID ai sensori LIDAR per la localizzazione degli ostacoli di un veicolo autonomo e dalle barriere di sicurezza alle telecamere 3D, offrendo un valido supporto nella tracciabilità e nella localizzazione delle movimentazioni interne – dall’approvvigionamento delle materie prime, all’invio in produzione, fino allo stoccaggio e alla spedizione ai clienti di lavorati, semilavorati o prodotti finiti.
Su questi argomenti, per rendere sempre più efficienti e dinamiche le fasi di gestione fisica dei materiali e degli asset, SICK ha sviluppato anche soluzioni di localizzazione indoor su tecnologia Ultra Wide Band; queste soluzioni permettono il monitoraggio continuo di tutti i movimenti fisici, una migliore pianificazione e controllo dei flussi di materiale, la trasparenza e una migliore visione d’insieme.
Tutto ciò contribuisce ad aumentare la produttività e promuove la gestione automatizzata di spazi di stoccaggio, senza processi di registrazione manuale, riducendo i tempi di inattività.
Nel settore industriale, quindi, gli smart sensors di SICK consentono di realizzare soluzioni su misura per ridurre gli errori, velocizzare i processi, massimizzare l’efficienza e la flessibilità della filiera, supportando strategie dinamiche e predittive, garantendo competitività all’azienda e favorendo maggiori ricavi.
Grazie a soluzioni di monitoraggio e tracciamento in tempo reale e a funzionalità di intelligence connesse, è possibile ridurre i costi operativi in tutta la catena del valore, che secondo la ricerca di McKinsey recente, Five Ways that ESG Creates Value, possono influenzare i profitti delle aziende fino al 60%.
Per saperne di più visita il sito ufficiale di SICK