Ad aprile sono calati del 23% i tempi di consegna, non si tratta però di una notizia rincuorante.
La supply chain non si è velocizzata ma la riduzione delle tempistiche dipende dal calo delle importazioni.
Come riportato sull’Inbound Ocean TEUs Index, pubblicato da FreightWaves, è stato rilevato nell’ultimo mese un calo del 30% di TEU che va di pari passo con il calo delle polizze di carico.

Alla luce di questi dati emerge la nuova tendenza delle aziende che ordinano meno merci e con un volume inferiore per singolo ordine.
Questo comportamento dipende, oltre che dall’imprevedibilità della domanda, da due fattori: il primo è l’aumento delle scorte accumulate, il secondo è il timore di una caduta dei consumi.

Seguiamo con attenzione questa situazione che tocca da vicino tante aziende

Se da un lato sono diminuiti i tempi di attesa dall’altro lato sono calati i volumi importati e questo da un cambio di strategia che coinvolge, oltre le aziende, gli spedizionieri di merci containerizzate.
In questo momento storico le aziende stanno ridimenzionando le proprie azioni riducendo il margine di incertezza; il che si traduce nella riduzione degli ordini sulla base della domanda a breve termine, in quanto nemmeno sul medio termine si riescono ad avere delle previsioni affidabili.

Tutto questo ha causato una riduzione dei volumi di merci containerizzati spedite verso i porti delle coste USA ed europee; la tendenza è inoltre rafforzata dalla reazione degli spedizionieri, che di conseguenza riducono i volumi spediti.
Si potrebbe dire che le aziende stiano, in questa fase, propendendo per effettuare ordini più piccoli, più di frequente.


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