Il report “Connecting Dots” nasce dalla collaborazione tra Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti- Struttura tecnica di Missione per l’indirizzo strategico, lo sviluppo delle infrastrutture e l’Alta sorveglianza e RAM Logistica Infrastrutture e Trasporti S.p.A.
Si tratta di un rapporto che ha lo scopo di connettere e portare a fattore comune i dati esistenti al fine di fornire una panoramica integrata in grado di definire l’andamento del comparto dei trasporti e della logistica nel suo insieme.
Già dal nome “Connecting Dots”, che tradotto in italiano significa “Punti di collegamento”, si comprende lo scopo finale di questo documento.
Come ha spiegato il prof. Ennio Cascetta, Amministratore Unico di RAM Logistica Infrastrutture e Trasporti S.p.A., la mission di questo strumento è quella di creare, a livello nazionale, un database univoco e condiviso in materia di logistica e trasporti.
Il rapporto non si pone in alternativa ad altri rapporti in circolazione ma vuole fungere da punto d’incontro e di analisi di tutti i dati raccolti a livello nazionale così da consegnare alle aziende uno strumento che possa supportarle nella pianificazione degli investimenti.
“Connecting Dots” è un rapporto trimestrale su logistica e trasporti che si rivolge soprattutto a decisori politici, tecnici ed esperti, stakeholder del settore.
Questo strumento è suddiviso al suo interno in tre macro-sezioni:
Il primo numero del rapporto “Connecting Dots” è dedicato all’analisi dell’andamento del settore nel decennio 2009-2019.
Un’analisi che si dimostra ancora più importante alla luce della profonda crisi che sta colpendo tutto il mondo in seguito alla pandemia dovuta al virus covid-19.
Nel primo report emerge un’evidente discrepanza tra la crescita del PIL in Italia e la crescita nel resto d’Europa.
In Italia la crescita è stata modesta, solo +2,4%, una cifra davvero piccola se paragonata con la Germania che ha raggiunto +21,4%.
Nonostante la crescita del PIL non sia stata elevata negli scorsi anni il report ha evidenziato una crescita del traffico merci, aumento che è dovuto soprattutto alla maggiore internalizzazione dell’economia italiana.
Nel documento si legge come nel decennio 2009-2019 la domanda estera di beni e servizi italiani sia cresciuta del 43,5%.
Tutto questo si è tradotto in un allungamento delle catene logistiche internazionali, trainata soprattutto dal settore aereo cargo che è cresciuto del 50,6%, seguito rotte via mare Ro-Ro (+37,6%), e dal traffico container e ferroviario (+20,1%).
La prima evidenza messa in luce dal report è che nel decennio 2009-2019 il traffico merci ha avuto un andamento nettamente positivo con una crescita maggiore rispetto alla crescita del PIL.
Questo è stato possibile grazie alla maggiore elasticità del settore che ha permesso di reagire in maniera rapida ed efficace alle richieste di mercato.
Al di la di della maggiore duttilità del settore la crescita del comparto la si deve anche a tre fattori che insieme hanno contribuito alla tenuta e crescita della logistica Made in Italy.
Questi fattori che hanno permesso la tenuta del settore sono:
Il documento si sofferma anche sui nuovi modelli di logistica distributiva che nel settore dell’autotrasporto sono stati sperimentati soprattutto nel periodo di lockdown.
Nei primi sei mesi del 2020 il report ha evidenziato una generale tenuta dei volumi di traffico del comparto merci, tenuta che ha permesso sia alle unità produttive sia ai consumatori finali di avere un buon livello di approvvigionamenti nei tre mesi di lockdown.
Nel rapporto viene fatta anche un’analisi sugli effetti della prima fase dello scoppio della crisi pandemica SARS-CoV-2, periodo in cui il PIL italiano è calato del 12% rispetto al primo semestre del 2019, analisi che ha mostrato che una ripresa ci sarà solo alla fine del 2021, crescita che comunque non bilancerà il calo avvenuto nel 2020.