Con la nuova legge di Bilancio 2021 aumentano le risorse stanziate per il Piano di Transizione 4.0. Il governo ha stanziato ulteriori 24 miliardi di Euro per potenziare tutte le aliquote di detrazione e per anticipare i tempi di fruizione.
Il Piano di Transizione 4.0 si pone come strumento per raggiungere due importanti obiettivi: il primo è quello di stimolare gli investimenti privati, il secondo è quello di dare stabilità e certezze alle imprese.
Le misure hanno effetto da novembre 2020 a giugno 2023, un periodo relativamente lungo per permettere alle aziende di poter pianificare con serenità le loro azioni.
Nel dettaglio si può leggere la misura all’interno del Titolo XV articolo 185 dal titolo “Transizione 4.0 Credito d’imposta per beni strumentali nuovi”, questa parte è completamente dedicato all’attuazione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.
I destinatari di queste misure sono tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato.
Hanno accesso a queste misure anche le stabili organizzazioni di soggetti non residenti (indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito) che operano investimenti in beni strumentali nuovi, a decorrere dal 16 novembre 2020 e fino al 31 dicembre 2022, destinati a strutture produttive che si trovano nel territorio dello Stato.
Per quanto riguarda i tempi di ricezioni dei contributi questi saranno più brevi.
La compensazione e la fruizione per tutti i tipi di credito d’imposta passerà dai 5 anni per i beni materiali e dai 3 per i beni immateriali precedentemente vigente a 3 anni per tutti.
Inoltre, le aziende con fatturato inferiore a 5 milioni di euro avranno la compensazione immediata in un’unica quota; si riducono a solo 1 anno i tempi per quanto riguarda il credito d’imposta per i beni strumentali semplici, sia materiali sia immateriali non 4.0.
La fruizione sarà possibile anche nell’anno in cui si effettua l’investimento o, per quanto riguarda i beni 4.0, dell’avvenuta interconnessione.
Resta invariato l’obbligo di comunicazione al Ministero dello sviluppo economico.