Il voto del Parlamento inglese dello scorso martedì ha detto no all’accordo per la Brexit siglato dal governo britannico di Theresa May e l’Unione Europea.
A oggi la data in cui il paese di Sua Maestà uscirà dall’Europa è ancora fissato per il prossimo 29 marzo, ma non c’è più l’accordo che era stato faticosamente trovato negli scorsi mesi.
Incertezza, dunque, e sotto molti aspetti.
Uno di questo è quello della logistica e del trasporto delle merci.
Senza un accordo, la Gran Bretagna diventerà infatti un Paese extra-comunitario a tutti gli effetti, senza avere neppure intese bilaterali.
Un corpo estraneo, insomma, cosa che fa preoccupare (e non poco) gli operatori e le associazioni di categoria, dal momento che dal 30 marzo prossimo entreranno in vigore diverse restrizioni nel flusso delle merci tra Gran Bretagna e UE.
Per comprendere l’entità del danno, basti pensare al flusso di veicoli industriali che ogni giorno attraversa la Manica su treno o traghetto e che dovrà sottostare alle pratiche doganali.
Stesso discorso anche per i container che viaggiano tra Unione Europea e l’isola, che dovranno sottostare a tutte le procedure relative a quelli extra-comunitari.