Negli ultimi mesi diversi governi, per i motivi più disparati, si sono scagliati contro la “new economy” e il commercio digitale, rei di distruggere o svilire il lavoro.
Proprio l’e-commerce è però motore di creazione di nuovi posti di lavoro.
Da Amazon alle applicazioni di ordinazione di cibo a domicilio, passando per i nuovi servizi di consegna a casa della spesa, è notevolmente aumentato il numero di aziende alla ricerca di profili che investono la filiera della logistica: autisti, fattorini, mulettisti, magazzinieri.
Professioni non ad alto valore aggiunto, ma decisivi per attenuare l’”insostenibile velocità dei pacchi”, come definita da Freight Leaders Council.
Questi profili sono ricercatissimi in particolar modo tra Piacenza e Verona, i due snodi principali della logistica italiana e sedi distributive di molte grandi aziende.
Sono circa un centinaio le offerte al momento ancora attive da grandi aziende di corrieri espresso come Sda e Bartolini.
La stessa Amazon, nel centro logistico di Vercelli, e il gigante tedesco della GDO Lidl stanno cercando personale di magazzino.
In tutto ciò aumentano anche i magazzini in città, come sottolinea il Politecnico di Milano: aumenta infatti la domanda di contratti di locazione di box e pertinenze, piccoli depositi che consentono di abbattere la distanza tra i diversi punti di consegna e quello di stoccaggio, così come l’usura e la dimensione dei furgoni necessari per gli spostamenti.