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Più sostegno agli autotrasporti genovesi dopo il crollo del ponte Morandi
La richiesta è quella di un aiuto economico all’industria logistica locale


Trasporti Nazionali e Internazionali

Trasportounito: maggior sostegno all’autotrasporto genovese

14 Settembre 2018

Più di un mese fa crollava il ponte Morandi, il viadotto sul torrente Polcevera che oltre a spezzare la vita di oltre 40 persone ha creato disagi a cittadini e imprese di autotrasporto genovesi (e non solo).

Disagi
traducibili in un -15% di diminuzione della produzione e del fatturato, a seguito della crescita di un’ora e mezza dei tempi d’attesa da e per il porto di Genova.
Le previsioni per il futuro sono tuttavia ben peggiori: nelle prossime settimane la riduzione del fatturato raggiungerà il -30%, con tempi medi in coda superiori alle tre ore e mezza.

Uno scenario insostenibile di cui ha parlato Trasportounito, che ha chiesto al Governo ulteriore supporto per le industrie locali.

“Non esistono purtroppo alternative o Piani B. Senza un intervento deciso dello Stato, non sarà possibile assicurare la continuità operativa del porto di Genova e del sistema logistico del Nord Ovest”, ha sottolineato Giuseppe Tagnochetti, coordinatore di Trasportounito Liguria.

In cosa consiste la proposta?
La prima richiesta è chiedere al Governo di ristorno economico per tutte le aziende che operano da e per il porto di Genova.
La seconda è un ulteriore aiuto alle imprese di autotrasporto residenti o con sede operativa registrata nei comuni appartenenti alla città metropolitana ligure.
Il terzo intervento, forse il più delicato, è infine quello di evitare il passaggio da Genova dei trasporti nazionali diretti in aree lontane dalla città e che devono sostenere le deviazioni obbligatorie su A7 e A26.

Insomma, in una definizione la richiesta al Governo è di in qualche modo compensare le perdite che le aziende dovranno loro malgrado sostenere nel periodo che va dal crollo del Morandi alla costruzione di una nuova infrastruttura.





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