Durante il convegno dedicato alla logistica del food&beverage tenutosi nel corso della prima edizione di Logiday (giornata organizzata da LogisLab dell’Università di Firenze e dal Council of Supply Chain Management), si è discusso del possibile aumento dei costi nel trasporto e nella distribuzione del vino italiano negli Stati Uniti.
Horst Mueller, Global manager drinks logistics di Kuehne+Nagel, ha spiegato che negli Usa gli operatori del settore lamentano una scarsa disponibilità di trasporto stradale, a causa della nuova legge che ha posto sotto controllo i turni di guida degli autisti con un apparecchio elettronico analogo al nostro cronotachigrafo.
Il calo stimato dell’offerta di mezzi è del 30%, con corrispondente aumento dei costi stradali del 20%.
I costi sono uno dei fattori chiave per le cantine italiane produttrici di vino di qualità, che dedicano buona parte della produzione all’export.
Una soluzione potrebbe essere quella del trasporto aereo, che però nella maggior parte dei casi è utilizzata solo per spedizioni urgenti o per acquisti di vino fatti in loco da visitatori stranieri.
Il transit time è favorevole (4 giorni, contro le 4 settimane via mare), ma i costi restano troppo elevati.