Sul contratto nazionale dell’autotrasporto pesa la non approvazione da parte di Anita e di altre associazioni datoriali che hanno l’intenzione di ristabilire relazioni con i sindacati che, d’altro canto, hanno annunciato che il contratto è stato approvato dall’88% delle assemblee, quindi è valido.
Anita dichiara che il Consiglio di presidenza e il Consiglio generale dell’associazione “fatti gli opportuni approfondimenti sul contenuto e valutati altresì alcuni importanti aspetti che hanno diretto impatto sulle relazioni sindacali e nei rapporti con la Confederazione di riferimento, pur apprezzando il lavoro della delegazione impegnata nel rinnovo, hanno deciso di non approvare l’ipotesi di accordo“.
Quali siano gli elementi del rinnovo non approvati ancora non è del tutto chiaro, di fatto, però, Anita invita la presidenza e la delegazione sindacale ad “attivarsi con le altre associazioni datoriali che hanno assunto analoghe decisioni, per avviare i passi necessari con le organizzazioni sindacali per ricercare ogni soluzione che possa portare ad un esito positivo della vicenda”.
Il contratto collettivo, sottoscritto dalle organizzazioni più rappresentative, funge da riferimento per il calcolo della contribuzione dovuta, visto che l’art.2, comma 25 della Legge 549/1995 e dice espressamente che «in caso di pluralità di contratti collettivi intervenuti per la medesima categoria, la retribuzione da assumere come base per il calcolo dei contributi previdenziali e assistenziali è quella stabilita dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative nella categoria».