Premessa
Abbiamo intervistato Stefano Tomasi e Marco Frigo di SVAT Spa, rispettivamente Vicepresidente e Sales e Freigh Manager dell’azienda.
Intervista a Stefano Tomasi e Marco Frigo
Svat è più trasportatore o operatore logistico?
Oggi è più operatore logistico, visto che con questa attività sviluppiamo il 70% del nostro fatturato.
Ma siamo nati trasportatori.
SVAT è acronimo di Società Veneta Autotrasporto Tombolo.
SVAT nasce in Veneto (a Tombolo) nel 1945, come azienda che si occupa del trasporto di bestiame vivo.
Poi le esigenze del mercato hanno determinato uno sviluppo e un cambiamento del business: dapprima SVAT inizia a utilizzare camion frigo per il trasporto di carne e frutta (all’inizio il servizio era per pochi clienti storici) poi, con lo sviluppo negli anni ’90 dell’industria alimentare, l’azienda inizia ad occuparsi in modo organizzato e strutturato di questo settore.
Qual è il punto di forza dell’azienda?
Grande passione, la forza della famiglia (quella che ha fondato l’azienda e la dirige da tre generazioni) e soprattutto la capacita di seguire il cliente nelle sue necessità offrendo un alto livello di servizio.
Ad esempio, quando nel 1996 (anno nel quale entra in azienda Stefano Tomasi, ndr) l’industria alimentare inizia a domandare logistica e groupage nazionale ed internazionale dedicati al surgelato, noi ci siamo fatti trovare pronti.
Oggi abbiamo oltre 1.000 clienti di questo comparto ai quali eroghiamo servizi logistici differenziati.
Anche molti operatori del trasporto internazionale da competitor sono diventati nostri clienti, utilizzando la nostra rete collaborano con noi.
Italia ed Estero. Quali differenze nei servizi e nei clienti?
Noi lavoriamo con molte aziende straniere che vogliono essere attive sul mercato italiano: sia aziende industriali sia operatori logistici che hanno in SVAT il braccio operativo italiano (ad esempio QSL e STEF).
Lavoriamo soprattutto con aziende scandinave, olandesi, francesi e spagnole.
Probabilmente il fatto che SVAT sia un’azienda multilingua che disponga di depositi IVA autorizzati, di magazzini con certificazioni e permessi UVAC, che abbia il completo controllo della gestione Intrastat, rappresenta un bel vantaggio.
Forse l’unica vera differenza fra aziende italiane ed aziende straniere è che con gli stranieri si ha a che fare col direttore della logistica, con le aziende italiane col titolare dell’azienda stessa.
Quando sorgono i problemi con i clienti? Per quale motivo?
Sostanzialmente si discute di rispetto dei tempi stabiliti.
Il nostro è un lavoro difficile e imprevedibile; siamo bene organizzati con un piano consegne molto performante, ma le esigenze dei clienti sono sempre maggiori in termini di resa e con drop di consegna molto frazionati.
Bisogna ancora investire nella logistica oggi? In che modo? Su quali progetti o innovazioni è il caso di puntare?
Stiamo investendo molto nell’acquisto di nuovi spazi per la logistica.
Crediamo però che la gestione delle informazioni e quindi l’informatica siano le cose più importanti.
Bisogna essere sincronizzati con i clienti e tenerli sempre informati.
Da un punto di vista organizzativa noi crediamo molto nella visione d’insieme, nella centralizzazione organizzativa e direzionale e quindi nella buona gestione delle informazioni.
Il futuro della logistica e dei trasporti in Italia e in Europa?
Crediamo ci sia spazio per fare buon business.
Certo, la marginalità non è eccezionale, ma lo spazio c’è.
Non si può però improvvisare.
Bisogna specializzarsi!
I giovani e la logistica. Quali le vostre esperienze?
Abbiamo tanti giovani in azienda.
Laureati con e senza esperienza di logistica che facciamo crescere gradualmente.
Cerchiamo e assumiamo di continuo giovani promettenti.
Abbiamo anche una SVAT Academy dove formiamo accuratamente le persone che si occuperanno del customer service e del traffico negli uffici centralizzati della Direzione di Nogarole.
Registriamo anche una sostanziale parità numerica tra uomini e donne.
Ragione sociale: Svat Spa
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