Il Piano nazionale per la portualità e logistica è stato predisposto per riorganizzare i nostri 24 porti, oggi tutti con Autorità portuali a loro stanti, in un vero sistema connesso che ridia una dimensione moderna all’Italia, con la possibilità di essere in grado di competere davvero sulla scena continentale.
In un trend positivo per tutto il Mediterraneo, l’Italia infatti tra il 2005 e il 2014, pur essendo in una posizione strategica, è riuscita a perdere il 6,5% sul traffico merci e il 7 per cento su quello passeggeri.
“Il decreto sulla governance degli scali è pronto e ora è all’attenzione del ministro della Pubblica Amministrazione Madia”, ha confermato all’assemblea degli armatori di Confitarma, pochi giorni fa, il Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Graziano Delrio.
Tra i provvedimenti per la riorganizzazione nella logica di coordinamento degli scali, ci saranno ad esempio gli accorpamenti di:
Senza dimenticare i macro-investimenti previsti in questo triennio 2015-2017: ben 6,3 miliardi, di cui oltre 1,5 nel 2015, 1,9 nel 2016 e 2,8 nel 2017.
Secondo la sintesi riportata nel Piano nazionale, però, bisogna sempre porre attenzione sulla logica strategica di tali investimenti, che spesso non sono attuati in una prospettiva di sistema o, non essendoci una programmazione con stringenti vincoli finanziari, rischiano di cadere in stallo.