Il ministro Maurizio Lupi ha riunito il suo staff per analizzare l’ultima versione del Piano della logistica redatto dai suoi consulenti; Piano della logistica che prevede solo 15 porti core sede di autorità: Gioia Tauro, Napoli, Ravenna, Trieste, Civitavecchia, Genova, La Spezia, Ancona, Bari, Cagliari, Palermo, Livorno, Venezia, Augusta e Taranto.
Giovedì prossimo vi sarà la verifica politica con Debora Serracchiani, Luca Lotti e Maurizio Maresca.
Per quanto riguarda il numero delle autorità, la riforma prevedeva due trasformazioni importanti: la prima è l’accorpamento delle Autorità portuali in distretti logistici, la seconda è l’istituzione di un’agenzia degli investimenti per gestire i fondi pubblici, cosa su cui si giocherà l’autonomia finanziaria dei porti.
Si esclude a priori la riforma dei servizi tecnico-nautici, vista la forte resistenza incontrata dal settore.
Tutto il resto è una più generale modernizzazione: intermodalità con le ferrovie al centro e sburocratizzazione informatica, tenendo conto delle linee logistiche (Ten-T) e politiche dell’Europa.
Oggi, invece, si sta profilando l’idea di lasciarle a 24.