“Venezia o gioca su scala mondiale o non conta niente.
A scala mondiale è rispettata, a scala locale no, è un posto come un altro”.
A dichiararlo è Paolo Costa, presidente dell’Autorità portuale di Venezia.
“È possibile costruire un progetto di sviluppo competitivo – chiarisce Paolo Costa – che fa di quest’area qualcosa che riesce a competere.
Tra Milano e Lubiana, tra Monaco di Baviera e Bologna non c’è un nodo importante, c’è semmai uno spazio da riempire. Ed è solo qua, a Venezia”; il cui porto è lo snodo che permette a chi lavora con le merci di arrivare ai mercati mondiali.
La prima operazione da fare è creare lo snodo aeroporto-alta velocità ferroviaria: “Dobbiamo arrivare a dire che la stazione ferroviaria dell’area veneziana è Tessera.
E ci arriveremo.
Mi spiace solo che l’alta velocità si farà non perché l’abbiamo deciso noi, ma perché l’ha “imposta” Etihad”.
Costa cita l’esempio del designer Philippe Stark: “Ha preso casa a Burano e ci va – mi ha detto – quando deve pensare.
Anzi, mi ha proposto: “Facciamo una pepinière, un vivaio di idee all’Arsenale”.
Venezia può diventare il luogo mondiale delle contrattazioni.
Infine, nella rifondazione di Marghera c’è spazio perciò “per una manifattura green, una via di mezzo tra l’industria raffinata e la logistica, attorno al nodo logistico formato da porto, aeroporto, autostrada e linee ferroviarie”.