Qualche giorno fa è stato pubblicato il IV rapporto del centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno del gruppo Intesa San Paolo, che mette in evidenza che la crisi dei noli – iniziata proprio con la peggiore congiuntura dell’era moderna – non ha scalfito le posizioni dei porti del Sud.
Infatti sono proprio in quest’area (precisamente a Gioia Tauro, a Cagliari e a Taranto) i porti con maggiore attività.
Eppure le tendenze internazionali hanno inciso non poco sul loro perimetro.
Il rapporto di Intesa ha calcolato che «dal 2005 a fine 2013 Gioia Tauro è sceso dal 20 al 12 per cento, Cagliari dal 4 al 3, e Taranto dal 4 all’1.
In totale la quota di mercato dei porti italiani sui container è scesa dal 28 al 16 per cento».
A beneficiarne i diretti concorrenti della sponda Sud del Mediterraneo.
«Sono saliti nello stesso periodo dal 18 al 27 per cento.
In particolare, brillano Port Said in Egitto (dal 10 al 14 per cento) e lo scalo marocchino di Tanger Med che, partendo da zero, ha ora il 10 per cento dei traffici merci nel Mediterraneo.
Spicca anche la performance del Pireo, passato dal 9 al 12 per cento».
I porti italiani pagano il dumping dei diretti concorrenti, che possono garantire «minori costi operativi, infrastrutture ampliate e tecnicamente avanzate e a maggiore efficienza grazie a una burocrazia più snella e a una maggiore semplificazione amministrativa».
Numeri da non sottovalutare, visto che «la ripresa si gioca anche su questo versante.
Sulla logistica – avverte il rapporto – si gioca nei prossimi anni una partita importante che potrebbe aumentare o diminuire l’importanza della posizione strategica dell’Italia al centro del Mediterraneo.
Attualmente tutto il sistema portuale dell’area, specialmente nelle sponde Sud- Est, è un grande cantiere, con almeno dieci progetti, in cui si intrecciano investimenti statali e di grandi gruppi privati.
Proprio l’afflusso di investimenti cinesi, russi, indiani e brasiliani sottolinea ulteriormente il valore strategico del Mediterraneo».
Crescono invece i ricavi a Gioia Tauro (+13 per sul 2012) .
Lo scalo calabrese però potrebbe presto crescere se verrà introdotta la zona franca, e se il governo farà partire le opere infrastrutturali necessarie.
Al riguardo Giuseppe La Terra, del comitato Utenti delle ferrovie calabresi, ha fatto sapere: «A partire da gennaio 2015 i lavori della tratta ferroviaria Gioia Tauro-Palmi delle Taurensi saranno consegnati».