Danno erariale da 14 milioni e mezzo di euro.
È questa l’ipotesi accusatoria sulla base della quale la Corte dei Conti ha emesso un invito a dedurre ad ex vertici dell’Autorità portuale di Napoli e ad alcuni dirigenti attuali dell’ente, disponendo contestualmente il sequestro conservativo nei confronti di disponibilità finanziarie, beni e crediti di sei persone, per una cifra pari a 7 milioni di euro.
Il danno erariale, determinato dalla mancata riscossione dei canoni demaniali e dei diritti di approdo da parte di alcuni concessionari di aree demaniali gestite dall’Autorità portuale, potrebbe avere implicazioni anche sul piano europeo dal momento che la Commissione europea ha avviato un provvedimento istruttorio per verificare se sia stata di fatto violata la normativa comunitaria in tema di aiuti di Stato illeciti.
Le indagini hanno evidenziato nello specifico che ben 82 soggetti economici occupano aree demaniali gestite dall’ente senza corrispondere all’Autorità portuale alcuna indennità e senza possedere alcun titolo autorizzativo o concessorio.
Tale situazione ha impedito la registrazione degli atti presso l’Ufficio del registro dell’Agenzia delle Entrate, consentendo a tali soggetti di evadere l’imposta di registro che deve essere versata dal concessionario.
Gli indagati avranno trenta giorni per fornire chiarimenti sulla propria posizione.