«Abbiamo già emesso delle procedure di sicurezza per il trattamento di questa merce”.
Così Nicola Laurelli, direttore dell’Ufficio Controlli delle dogane, presso la direzione Antrifrode e Controlli, commenta l’ultima circolare diramata dalla Guardia Costiera di Genova circa l’ipotesi della quarantena per i porti italiani, causata dal rischio per l’epidemia di ebola.
Il documento riporta le procedure dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che gli equipaggi devono seguire nel caso in cui a bordo venga riscontrato un presunto caso di ebola: dal controllo dei sintomi, all’isolamento della persona infettata, alle precauzioni da adottare per chi entra in contatto col malato.
L’attenzione è alta, anche se sul fronte della navigazione non esistono specifici divieti: è la compagnia che può eventualmente decidere di vietare lo sbarco ai marittimi nei Paesi a rischio, mentre l’Oms non ha posto il divieto su alcuna rotta marittima.
Finora nel settore merci solo una rinfusiera (nave che porta carbone, granaglie, minerali di ferro) ha deciso di non toccare un porto in West Africa, mentre non si ha notizia di compagnie che abbiano mutato le rotte abituali su quest’area geografica.
Negli Stati Uniti alcune navi sono già state sottoposte a controlli, mentre per ora solo una compagnia, la tedesca Hapag-Lloyd – grosso vettore del settore container – ha introdotto una sovrattassa (350 dollari per ogni container da 20 piedi) per le merci trasportate dall’Africa Occidentale.
A livello di merce, per le navi il rischio è limitato all’importazione di carne cruda.