Provvedere a una definizione univoca di “serbatoio normale”, sospendere contestazioni e istanze di pagamento, promuovere un tavolo di concertazione per giungere a una soluzione condivisa con le parti interessate.
Queste le domande precise poste dal senatore valtellinese Jonny Crosio ai ministri per le Infrastrutture e i Trasporti, Maurizio Lupi, e per l’Economia e le Finanze, Pier Carlo Padoan, in un’interrogazione presentata ieri.
La questione riguarda le sanzioni, pesantissime – nell’ordine di alcune centinaia di migliaia di euro in alcuni casi – inflitte agli autotrasportatori valtellinesi, obbligati a pagare le imposte sul carburante acquistato a Livigno negli anni scorsi – e già regolarmente dichiarato – sulla base della discrepanza della definizione di “serbatoio normale”.
Per la legge si intende quello installato sugli automezzi dall’azienda produttrice in origine; gli autotrasportatori l’hanno sostituito con un altro, più capiente ma pure regolarmente omologato e registrato sul libretto di circolazione.
Entro i limiti consentiti dalla normativa, infatti, è possibile installare serbatoi di capacità differente, in grado di meglio soddisfare le esigenze dei camionisti.
Così hanno fatto anche i valtellinesi che però, a distanza di anni, dopo essersi recati a Livigno per riempire i serbatoi dei loro automezzi, dichiarando in dogana l’esatto quantitativo di gasolio acquistato e usufruendo dell’esenzione dal pagamento dei diritti di confine, si sono visti recapitare sanzioni retroattive fino a sei milioni di euro.