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Porti marittimi europei: le opportunità per la logistica.
Lo studio di Jones Lang LaSalle sulle prospettive di crescita e di cambiamento.


Trend

Porti marittimi europei: le opportunità per la logistica.

7 Gennaio 2014

Premessa


La movimentazione dei container a livello globale è cresciuta dai 90 milioni di Teu nel 1990 ai 590 milioni di Teu nel 2012, con un aumento di oltre il 550%. Una crescita interrotta soltanto dalla crisi globale del 2009, con una diminuzione del 14%.

In un solo anno, successivo alla crisi, i rendimenti sono tornati ancora più forti dell’inizio. Secondo le ultime previsioni il volume dei container trasportati potrebbe raddoppiare da qui al 2030.

Questa crescita coinvolgerà soprattutto i porti asiatici, ma anche l’Europa è protagonista di una previsione di crescita pari al 50% nel 2030, passando dai 95 milioni di Teu movimentati nel 2012 a 150 milioni di Teu nel 2030.

La rinnovata crescita del mercato sta portando ad una ulteriore complessità della supply chain globale, in particolare nell’ambito della logistica portuale e retroportuale, dato che i porti marittimi sono le porte di accesso per raggiungere tale mercato.
Alcuni trend stanno caratterizzando il settore negli ultimi anni e sta emergendo in Europa una nuova gerarchia di porti.
Il rapporto di Jones Lang LaSalle fornisce un aggiornamento sul panorama dei porti container a livello europeo, mostrando come sta cambiando l’intero scenario e quale sarà l’impatto soprattutto sull’immobiliare logistico.


Lo scenario europeo

L’80% del commercio globale in termini di volume è gestito attraverso la rete dei porti marittimi e il 74% delle merci a livello europeo sono trasportate via mare.
L’importanza dei porti marittimi per la movimentazione dei container nella logistica a livello globale sta aumentando, sia per la rinnovata crescita del commercio e dei container sia per alcuni cambiamenti determinanti che stanno investendo la stessa logistica.

La competitività dei porti, infatti, si basa sulla loro capacità di attrarre le tratte marittime e i proprietari dei cargo, determinata dal grado di accessibilità nautica, dalla capacità per la gestione dei cargo, dalla fornitura di servizi a valore aggiunto e dall’efficienza delle connessioni intermodali nell’hinterland.

In questo contesto la logistica sta guadagnando slancio proprio come risorsa per far diventare un porto competitivo, dato che vengono riconosciuti come vantaggiosi i benefici che possono derivare dal poter localizzare impianti di distribuzione presso, o vicino, i porti utilizzati per l’import e l’export.

Questi fattori sono collegati ad una crescente domanda dell’immobiliare logistico, anche se tale domanda varia a seconda della localizzazione e delle caratteristiche di ogni singolo porto e dalla disponibilità di terreni adatti per lo sviluppo.


Competitività e nuove rotte

La ricerca di vantaggi economici derivanti da un’economia di scala che possa minimizzare i costi sta portando sempre più alla diffusione di grandi navi, con una capacità di oltre 10.000 Teu.
Ma, secondo il rapporto, soltanto 20 porti a livello europeo sono attualmente in grado di ospitare navi con una capacità di 18.000 Teu e la maggior parte si trovano sulla costa Nord.

Dieci porti europei, che detenevano il 30% della movimentazione totale dei container a livello europeo nel 2001, secondo i dati del 2012 detengono ben il 58% di questo mercato.
Ma economie emergenti, la crescita di una classe media che guiderà le vendite e l’aumento del traffico interno alle Regioni dell’Europa dell’Est andranno a beneficio dei porti sul Mar Baltico, sul Mar Nero, e di quelli che si affacciano sulla sponda Est del Mediterraneo.


Infrastrutture e logistica


Investimenti su larga scala sia per le strutture portuali sia per le infrastrutture retroportuali saranno necessari per rispondere a questi cambiamenti, ovvero l’aumento del traffico, la presenza di navi sempre più grandi, e la richiesta di requisiti per la connettività nell’area del retroporto.
Questa spinta agli investimenti ha coinvolto un gran numero di porti in Europa, anche di piccole dimensioni.

I porti di Rotterdam, Anversa ed Amburgo, i tre più grandi a livello europeo, stanno investendo per aumentare la propria capacità ed arrivare, nel caso di Rotterdam ed Anversa, ad una capacità annuale di 25 milioni di Teu rispettivamente nel 2014 ed entro il 2025. Ma gli interventi riguardano anche altre zone.

Ad esempio, nel porto di Danzica in Polonia un nuovo terminal aumenterà la capacità del porto di 3 milioni di Teu, e porterà circa 500.000 mq di superficie per la logistica portuale.
A Rijeka, in Croazia, sono previsti interventi per migliorare il porto e l’area circostante con infrastrutture come un terminal intermodale e un complesso logistico.
Per quanto riguarda la Turchia, sono previsti un minimo di sette nuovi terminal sulla costa turca per un aumento della capacità di 7 milioni di Teu, e infrastrutture multimodali e logistiche sono previste dalla Strategia per il trasporto e la comunicazione 2023.

Diverse aziende stanno pianificando ed intensificando lo sviluppo di magazzini adiacenti ai porti e proprio questo settore può diventare una possibile opportunità per gli l’immobiliare logistico.

In totale, la superficie coperta dai magazzini che si trovano all’interno di regioni in cui la movimentazione portuale delle merci supera i 500.000 teu nel 2012 è stata pari a 50 milioni di metri quadrati complessivi, superando del 20% la media europea stimata.

Secondo il rapporto, la previsione di crescita del traffico a 150 milioni di Teu nel 2030 genererà una domanda di superfici tra i 20 e i 30 milioni di metri quadrati.
La connettività tra il porto e l’entroterra e le lunghe distanze è una prerogativa fondamentale per questa domanda immobiliare, pertanto i porti che offriranno trasporti multi modali avranno un vantaggio significativo rispetto agli altri.





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