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Marco Polo: i risultati in chiaro.

I dubbi della Corte dei Conti Europea e una rassegna di progetti andati a buon fine.




Trasporti Nazionali e Internazionali

Marco Polo: i risultati in chiaro.

22 Luglio 2013

Premessa


Dal 1974, quando si iniziò a parlare di politiche per il trasporto combinato, l’Europa incoraggia forme di trasporto alternative a quello su gomma, come il trasporto marittimo a corto raggio, il trasporto ferroviario e per vie d’acqua interne, per ridurre la congestione del traffico e ottenere un minore impatto inquinante sull’ambiente.

I finanziamenti europei per i progetti a favore del trasporto intermodale, dopo il programma PACT dal 1997 al 2001, sono continuati con il cosiddetto programma Marco Polo (dal 2003 al 2006), e Marco Polo II (dal 2007 al 2013).

Dal 2003 al 2012 sono stati finanziati 200 progetti, coinvolgendo 720 società

Marco Polo I ha portato un beneficio pari a 432.9 milioni di euro, con un ritorno di investimento di 13,30 euro ogni euro.

È stato ottenuto un risparmio, su una media di 1000 km di distanza, di 1,5 milioni di tonnellate di Co2 ed evitati 1,23 milioni di viaggi su gomma.

Per gli anni 2007-2011, Marco Polo II ha fatto risparmiare 2,86 milioni di tonnellate di Co2 e 2,33 milioni di viaggi.

Alla fine dei programmi di finanziamento, è stato stimato un trasferimento, su una distanza di 1000 km, di 4 milioni di camion dalla strada al trasporto ferroviario, via mare e per le vie d’acqua interne.


Quale futuro?

Ogni anno gli operatori dei trasporti e della logistica hanno potuto fare domanda per i finanziamenti, a patto che i progetti venissero approvati dalla Commissione Europea, tenendo conto del numero di tonnellate per chilometro trasferite dalla strada verso altre modalità di trasporto o sul numero di veicoli per chilometro trasferiti.

All’interno del budget complessivo per Marco Polo II, 486 milioni di euro, per l’anno 2013 il finanziamento europeo è di 66,7 milioni di euro, rivolto ad una trentina di progetti che vengano presentati entro il 23 agosto 2013.

Come abbiamo visto recentemente (Corte dei Conti Ue Stop al programma Marco Polo), la Corte dei Conti europea ha raccomandato al Consiglio, al Parlamento europeo e alla Commissione europea, la necessità di una valutazione d’impatto ex-ante sull’effettivo valore aggiunto che questi progetti portano all’Unione Europea, ritenendo che non sia stato valutato approfonditamente il potenziale del mercato in rapporto al raggiungimento degli obiettivi, e ha bollato i progetti come “inefficaci”.

Al di là della necessità o meno di questa valutazione, ci si chiede che destino si prospetterebbe per quei progetti di indubbio valore, sia internazionali che italiani, in caso di una decisione negativa da parte degli organi europei interpellati.

Per mostrare cosa è successo finora, illustriamo alcuni casi di successo che hanno visto coinvolta l’Italia, e che hanno portato benefici sia in termini ambientali e di congestione del traffico sia nei rapporto commerciali tra il nostro e gli altri paesi europei.

Marco Polo per l’Italia

Nel 2006, tra i sedici nuovi progetti finanziati dal programma Marco Polo – con un fondo di 27 milioni di euro – ci fu anche il cosiddetto Marocco Seaways.

Beneficiando di 1.830.418 euro, per il periodo 2006 – 2009, il Marocco Seaways ha visto coinvolta l’Italia, con l’obiettivo di accorciare le distanze nei traffici marittimi con il Marocco.

Il collegamento terrestre per l’Algeria prevedeva il traffico su una lunga distanza, passando per la Francia e la Spagna, mentre grazie al servizio della Grandi Navi Veloci Spa veniva creata una nuova rotta che, via mare, collegasse il Porto di Genova con il Sud della Spagna e con Tangeri.

Nonostante le difficoltà iniziali, dovute ai permessi che le autorità del Marocco faticavano a rilasciare, il progetto è andato a buon fine, tanto che, dal 2009, è stata aggiunta una seconda flotta alla tratta.

Nello stesso periodo ha vinto il bando per il finanziamento anche il progetto L.O.G.I.S.T.I.C., che prevedeva un collegamento ferroviario per il trasporto di unità di carico di GPL dall’Italia settentrionale ai mercati dell’Europa centrale e orientale (Logistic Operational network for Gas Innovative Suplly and Transport between Italy and Central Europe).

FS Logistica era il partner leader del progetto.

Esisteva già una tratta ferroviaria, ma non era competitiva perché si basava su singoli carichi, mentre LOGISTIC lanciava un treno da 12-14 vagoni alla volta dedicato al trasporto di GPL.

Non solo è stato possibile ridurre i tempi di trasporto tra l’Italia e gli hub della Repubblica Ceca e della Croazia, ma anche fornire ai clienti un servizio di informazioni in tempo reale.

Ci sono state difficoltà nel 2007 e nel 2008, dovute alla crisi economica e ai cambiamenti dei mercati, ma, anche dopo la fine del progetto, il trasporto di GPL è stato esteso.

Il progetto Ulisse, selezionato nel 2008 e concluso il 2012, ha visto l’attivazione di un servizio di trasporto per merci come le auto ed altri laminati tra i porti di Genova, Livorno, Catania e Patrasso in Grecia.

Con il progetto M.I.S.T.R.A.L, selezionato nel 2012, la Atlantica S.p.a di Navigazione e gli altri partner hanno potuto beneficiare di un contributo di 1.967,100 euro per l’attivazione di una nuova tratta, destinata al trasporto delle stesse merci, tra Montenegro e la costa Ovest dell’Italia (Catania, Salerno e Genova), dalla fabbrica di auto a Kragujevac in Serbia.

Sempre nel 2012 è stato selezionato anche il progetto VELOX, con la partecipazione della Arcese Trasporti, per il trasferimento del trasporto dalla strada al treno tra il Veneto e Hannover in Germania, tramite cinque partenze settimanali nel primo anno e sei nel secondo.

A gennaio di quest’anno è stato presentato il progetto ARTEMIS – Advanced Rational Transport Evaluator and Multimodal Information System- , con la partecipazione di undici partner dall’Italia, dalla Spagna, dalla Francia e dalla Slovenia, e con l’obiettivo di costruire una piattaforma web interattiva dedicata all’ottimizzazione del trasporto delle merci, che segnali agli utenti soluzioni alternative al trasporto su strada, mostrandone i vantaggi in termini di costi, di tempi e di sostenibilità ambientale.

Anche il progetto SYNTHESYS è stato presentato quest’anno, con interventi che riguardino lo sviluppo di “reti di apprendimento” e corsi di formazione per condividere know how e best practice, per incentivare il trasporto intermodale nel bacino Adriatico e nel Mediterraneo orientale.





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