Trasporti Nazionali e Internazionali
20 Maggio 2013
Premessa
Si è recentemente svolto a Novara il convegno organizzato dalla Provincia per presentare il progetto Losamedchem.
Nato nel 2010, il progetto rientra nel Programma Europeo Interreg IV B Med, con l’obiettivo di favorire l’intermodalità attraverso l’incentivazione e la promozione del trasporto ferroviario rispetto a quello stradale e sostenere la cooperazione tra i distretti chimici dell’area Nord del Mediterraneo.
La Provincia di Novara, Ente capofila dell’intero progetto europeo, ha condotto analisi e studi di dettaglio per soluzioni intermodali da applicare al settore chimico.
Vediamo quali sono stati i risultati ottenuti da Novara e le linee principali del progetto Losamedchem.
Intermodalità, Logistica e sviluppo
“La Provincia ha elaborato e proposto il progetto sulla base dell’esperienza maturata nel progetto Interreg 4b Central Europe Chemlog, incentrato sugli stessi temi.
Novara è allo stesso tempo una provincia con grandi tradizioni nell’industria chimica e un territorio in cui la logistica si sviluppa in modo rapido.
Il Cim è l’unico interporto italiano coinvolto: le ricadute positive per il nostro territorio possono essere concrete”.
Con queste parole il presidente della Provincia di Novara Diego Sozzani ha messo in evidenza la peculiarità della Provincia come zona a forte sviluppo chimico, in relazioni alle possibilità di sviluppo attuali e future offerte dalla logistica.
Lo stesso presidente del Cim, Maurizio Comoli, ha spiegato nel dettaglio perché lo sviluppo logistico può essere una risorsa importante e in che senso l’attenzione al trasporto multimodale è connessa a tale sviluppo: “Oggi mobilitiamo merci per 200mila Uti con il passaggio gomma-rotaia – ha spiegato Comoli – il flusso di merci da Nord tenderà ad aumentare e le nostre Uti potrebbero triplicare nei prossimi 10 anni.
Il Cim può e deve svilupparsi anche con logistica e servizi: c’è un progetto di sviluppo da 350 milioni di euro in 10 anni.
Oggi dedichiamo solo 60mila mq alla logistica, potremmo arrivare a 300-400 mila mq: quanto già accade negli interporti di Padova e Verona suggerisce che le nostre Uti potrebbero così salire a 900mila e gli addetti che lavorano nell’area a 3.000-4000 contro gli attuali 600-700.
Nel raggio di 20 km di un centro intermodale, il tasso di innovazione /nascita di nuove imprese è 3-4 volte superiore. Servono nuovi spazi per unificarsi all’autostrada viaggiante e avere binari sufficienti a disposizione per supportare il cambio gomma-rotaia.
Stiamo trattando con le Ferrovie dello Stato”.
L’assessore provinciale alla programmazione territoriale, Claudio Nava ha spiegato: «Abbiamo collaborato con l’Autorità Portuale di Genova predisponendo un protocollo per il coordinamento degli strumenti di programmazione territoriale che coinvolge anche le Regioni Piemonte e Liguria.
L’obiettivo è facilitare l’arrivo delle merci dal porto di Genova al Cim: attualmente ci sono troppi ostacoli legati a controlli e burocrazia, nel 98% dei casi le merci vengono portate a Rotterdam e da lì giungono in treno».
Questi sono solo alcuni degli interventi che la Provincia di Novara ha messo in campo per sviluppare il trasporto intermodale.
Proprio per la sua particolare posizione geografica, Novara è stata scelta come Ente capofila del progetto europeo, come ha spiegato il presidente dell’Ain Fabio Ravanelli: «Contiamo 70 aziende chimiche associate che coinvolgono 10mila addetti compreso l’indotto.
Le ricadute sulla competitività sono possibili per la posizione geografica di Novara all’incrocio dei due corridoi 5 e 25, la presenza del Cim che può diventare il nodo portante del sistema ferroviario nel Nord Ovest, l’attenzione all’ambiente, alla sostenibilità e alla sicurezza”.
Il ruolo di Novara è stato quello di attuare degli studi sul campo, in modo da evidenziare criticità del settore, come ad esempio i “colli di bottiglia” che impediscono un trasporto fluido, per poi “consegnare” tali studi all’Unione Europea, contribuendo così a sviluppare un quadro della situazione esistente e possibili interventi che possano migliorare il trasporto nell’area del Mediterraneo.
Il progetto europeo LOSAMEDCHEM – “How could the logistics and the safety of the transports of chemicals be improved in the Mediterranean area” – analizza e mira a sviluppare i traffici di merci chimiche all’interno del bacino del Mediterraneo, con particolare enfasi sugli aspetti riguardanti la sicurezza dei flussi di tali merci.
In particolare, le finalità e gli obiettivi del progetto sono:
E’ finanziato dalla Commissione europea, attraverso il programma europeo di cooperazione transnazionale MED.
Vede come capofila la provincia di Novara, che rappresenta uno dei principali distretti della chimica europei, e coinvolge Camere di Commercio, Associazioni di Categoria, Enti portuali ed Università di Spagna, Francia, Italia, Malta, Slovenia e Grecia.
Fra i porti facenti parte del partenariato del progetto, oltre all’Autorità Portuale di Genova, vi sono il porto di Capodistria (Koper) e l’Autorità Portuale di Trieste.
“Partito nel 2010 – ha spiegato il presidente della Provincia, Diego Sozzani – , è stato suddiviso in cinque sezioni, due delle quali dedicate ad attività di gestione e di comunicazione.
La successiva ha riguardato l’analisi dei problemi legati al trasporto dei prodotti chimici ed alla relativa logistica in tutti i territori coinvolti dal progetto (analisi Swot) e lo studio delle migliori soluzioni adottate per farvi fronte (best practices).
Dal secondo anno sono iniziati gli studi di dettaglio dei possibili interventi di miglioramento riguardo a porti, autostrade del mare e sicurezza, intermodalità.
L’ultima fase è dedicata ai percorsi di inserimento delle soluzioni elaborate nei piani di finanziamento delle infrastrutture o negli iter di approvazione di leggi o regolamenti”.