I conflitti locali nel mondo dell’autotrasporto, come gli imminenti fermi della Sicilia e della Sardegna, sono “segnali di disperazione che trovano giustificazione in dati sul tracollo del settore”: 5000 imprese chiuse negli ultimi sei mesi e 2200 in procedura fallimentare, 80.000 dipendenti a rischio disoccupazione nel 2013, il 70% delle imprese con un monte debiti che conduce inevitabilmente al fallimento e il 21% di traffici ormai “conquistati dall’est” europeo.
Questa la denuncia dei vertici di Trasportounito – il presidente Franco Pensiero e il segretario generale Maurizio Longo – durante una conferenza stampa presso Genova.
In gioco anche la sicurezza: 32.000 mezzi pesanti che viaggiano senza copertura assicurativa, 12.000 mezzi industriali custoditi in depositi giudiziari, 18.000 veicoli abbandonati dalle aziende.
Almeno due Tir finiscono fuori strada ogni giorno, il 27% dei veicoli pesanti non è in regola, il 14% viaggia senza rispettare i tempi di guida e di sosta, il 7% non è in regola con le revisioni e il 5% viaggia in sovraccarico.
“La risposta più importante e coraggiosa per salvare l’autotrasporto italiano è l’uscita dall’Europa, che con una liberalizzazione a tavolino, ha creato i presupposti per il tracollo in atto”.