Premessa
La IV Campagna promossa dall’Albo degli Autotrasportatori si chiama “TrasporTiAmo” ed è iniziata a febbraio 2012, con l’obiettivo di rivolgersi al grande pubblico per sottolineare il mondo di valori e di responsabilità che accomuna gli autotrasportatori alla gente comune.
Lo slogan proposto è “Guidati dalla passione”.
L’autotrasportatore può rappresentare, secondo la campagna, un esempio da imitare, assumendo un ruolo di promotore di buone pratiche anche attraverso la diffusione della cultura della strada e del valore del rispetto.
Sicurezza stradale infatti significa rispetto reciproco, porsi alla guida in stato di perfetta salute e coscienza, conoscere leggi e regolamenti ed avere assoluta padronanza del trasporto condotto.
L’Albo degli Autotrasportatori rappresenta oggi 149.500 imprese di autotrasporto in conto terzi.
Attraverso il Comitato centrale, l’Albo svolge anche una funzione di impulso per il rilancio della categoria, attraverso la formazione, la certificazione di qualità, studi e ricerche statistiche, rappresentanza istituzionale, con l’obiettivo della competitività del sistema economico nazionale e della sicurezza stradale.
Il 30 novembre a Verona si è svolto, nell’ambito della campagna TrasporTiAmo, indetta dal Comitato centrale dell’Albo degli Autotrasportatori, il convegno “La sicurezza dell’autotrasporto: i controlli su strada”.
Il Presidente dell’Albo, Bruno Amoroso, ha presentato i temi di fondo della campagna, ribadendo l’impegno dell’organismo a sostegno della sicurezza stradale.
Rocco Giordano, coordinatore della campagna e responsabile dell’Ufficio Studi e sicurezza dell’Albo, ha fornito diversi dati riguardanti il mondo dell’autotrasporto in relazione alla sicurezza stradale: nel 2010 gli autocarri e i motocarri coinvolti in incidenti stradali è stato il 6,9% del totale, contro il 67,8% delle autovetture e il 13,2% dei motocicli. Nell’autotrasporto c’è stata una diminuzione degli incidenti del 17,8%, dal 2000 al 2010, e una diminuzione delle vittime del 20%, tra il 1991 e il 2010.
Giordano ha affermato che occorrono comunque dati più precisi, in quanto sfuggono al controllo: la gran parte del circolante, i dati sul cabotaggio,i cosiddetti “punti neri” e molti altri indici di rilevazione.
Se si disponesse di queste dati, si potrebbe determinare con maggiore precisione le cause reali degli incidenti.
La raccolta dati è ancora poco dettagliata e non tutti gli organismi incaricati delle rilevazioni inviano tempestivamente i dati al database centrale.
Gli stessi database non sono omogenei, e anche questo porta ad una rilevazione imprecisa.
Giordano ha quindi proposto di costituire a Verona un appuntamento annuale di controllo e di verifica dei dati sulla sicurezza stradale.
Il rapporto Aci-Istat sugli incidenti stradali avvenuti nel 2011 ha registrato che rispetto al numero complessivo di vittime – 2.690 – i conducenti a bordo di autocarri sono stati 151, pari al 5,61% del totale.
Sui 201.406 feriti, solo 422, pari al 3,30%, erano a bordo di autocarri.
Anche l’Istat è però consapevole che sia necessario migliorare la metodologia di raccolta dati.
Lo ha affermato, infatti, lo stesso Luigi Altamura, comandante della Polizia municipale di Verona e facente parte della commissione istituita dall’Istat per mettere a punto nuovi criteri di rilevazione.
I controlli su strada, come ha affermato Paolo Sangiorgio, dirigente dell’ufficio controllo sull’autotrasporto del ministero per le Infrastrutture e i Trasporti, “richiedono, oltre ai Centri mobili di revisione, una serie di competenze degli operatori, per i quali sono stati avviati dall’Albo corsi di formazione, competenze che devono essere in grado di individuare le numerose violazioni alle regole del mercato: dal cabotaggio abusivo alla falsificazione dei permessi CEMT, che consentono la circolazione in tutti i Paesi europei”.
Con la legge 4 agosto 2010 n.127, sono stati introdotti i costi minimi di sicurezza: “Al fine di garantire la tutela della sicurezza stradale e la regolarità del mercato dell’ autotrasporto di merci per conto di terzi, nel contratto di trasporto, stipulato in forma scritta e verbale, l’importo a favore del vettore deve essere tale da consentire almeno la copertura dei costi minimi di esercizio, che garantiscano, comunque, il rispetto dei parametri di sicurezza normativamente previsti”.
Nel mese di giugno 2011 l’Osservatorio sui Costi istituito presso la Consulta dell’Autotrasporto aveva ribadito che il costo minimo di sicurezza è un valore diverso dal costo di esercizio, che non rappresenta la tariffa finale da proporre al committente e non è comprensiva di un margine di profitto.
Con il Prot. n. 18/OS/CGA del 13 giugno 2012, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Consulta Generale per l’Autotrasporto e la Logistica e l’Osservatorio sull’attività di autotrasporto, avevano definito i costi di esercizio dell’impresa di autotrasporto, stabilendo che i costi di esercizio comprendevano le seguenti voci: costo km del trattore, manutenzioni, costo km del lavoro, costo km delle assicurazioni, costo km dei pneumatici, costo pedaggi e costo km carburante.
Durante il convegno TrasporTiAmo, Paolo Uggè, presidente di Fai-Conftrasporto, ha ribadito che nella composizione del prezzo a cui viene offerto il servizio di autotrasporto vi sono dei costi “incomprimibili”, direttamente connessi alla sicurezza, che incidono sulle condizioni “minime” di sicurezza in cui il trasporto viene effettuato, come i costi di manutenzione ed i pedaggi autostradali.
Secondo Uggè la legge attuale rispetta la priorità dell’interesse sociale, quindi della sicurezza, su quello economico, il libero mercato, ed è possibile modificare la norma solo attraverso un dialogo con le parti.
Maurizio Riguzzi, docente di Diritto europeo dei Trasporti presso l’Università di Verona e componente del Comitato scientifico della disciolta Consulta, parlando della possibilità di una modifica della norma, ha proposto di percorrere un’ipotesi che permetta l’applicazione dei costi minimi unicamente ai contratti verbali, riservando ai contratti scritti una serie di facilitazioni e garanzie per gli autotrasportatori che li accettano.
I costi minimi di sicurezza sono tutt’ora al centro di un dibattito, che è riemerso quando a gennaio di quest’anno Fita Cna ha dichiarato di essere pronta a ridiscutere i costi della sicurezza.
In merito a questo Uggè ha dichiarato: “Ricercare oggi una nuova riforma del settore porrebbe le basi per un vuoto legislativo.
Io voglio sottolineare che la scelta di pretendere dei parametri di riferimento che garantissero la sicurezza della circolazione è stata avanzata proprio dalle componenti del mondo artigiano, posizione che noi abbiamo condiviso e difeso.
La proposta di Fita Cna ci sorprende poichè appare, almeno al momento, in linea con le richieste avanzate dalla committenza”.