Il piano per il trasporto merci
Il vice Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Mario Ciaccia ha presentato il disegno per la crescita nel settore del trasporto merci, con un video illustrativo su youtube.
Da quanto si evince dalle parole del vice Ministro emerge innanzitutto la domanda di come riuscire a far diventare 100 miliardi d’investimento 300 miliardi di euro nell’economia reale.
Le soluzioni, secondo il vice ministro, non possono prescindere dai collegamenti, che sono il motore per la crescita. L’Italia, al centro del Mediterraneo, è ad oggi ostacolata dalla crescita di altri porti come quelli d’Egitto e del Marocco, a scapito degli scali italiani.
Proprio per combattere questo divario e per aumentare la crescita italiana, il Cipe, comitato per la Programmazione Economica, ha deciso di destinare 100 miliardi per sviluppare il trasporto merci italiano.
Di questi, 28 miliardi sono stati stanziati nel 2012 e nel 2013 si passerà a 25, per poi arrivare ad un finanziamento di ulteriori 50 miliardi da distribuirsi tra il 2014 e il 2015.
“Per la prima volta – dichiara Ciaccia nel video – c’è un progetto ben definito per le opere pubbliche. L’obiettivo è di rilanciare l’industria italiana e abbassare il livello dei prezzi. Stiamo realizzando le infrastrutture dell’alta capacità e dell’alta velocità verso l’Europa”.
Con i finanziamenti del Cipe si cercherà di attuare un modello in cui i vari tipi di trasporto merci siano integrati l’uno con l’altro, evitando quelle barriere che in questo momento esistono in Italia. “Faremo in modo – continua il vice Ministro – che le merci provenienti dalle autostrade del mare del Mediterraneo arrivino più facilmente nei porti italiani, vengano lavorate nelle nostre industrie e fatte circolare velocemente e con minori costi nelle nostre strade”.
Proprio i porti diventano lo strumento essenziale per lo sviluppo: “Abbiamo già dato autonomia finanziaria ai porti, a quelli veramente competitivi e funzionali alla rete logistica. Li stiamo valorizzando dal punto di vista dei collegamenti, della modernità dell’infrastruttura e del coordinamento con l’entroterra”.
Con l’ammodernamento dei porti italiani, il governo mira a recuperare 2 miliardi di container dal Nord Europa, che possono essere intercettati dai porti di Genova, Venezia, Livorno e Trieste, 5 miliardi di container dal Brasile, dalla Russia, dall’India e dalla Cina, con gli scali nei porti di Napoli, Salerno, Civitavecchia, Bari, Brindisi, Taranto, Cagliari , Catania, Palermo e Gioia Tauro.
Elemento essenziale per i collegamenti, il correlato potenziamento delle strutture stradali e ferroviarie. Con queste misure di intervento, il governo mira ad ottenere un fatturato di 300 miliardi in 3 anni ed il 4-6% di PIL, con 18.000 nuovi posti lavoro.
Il Comitato per la Programmazione Economica
Il Cipe, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica è un organo collegiale del Governo presieduto dal Presidente del Consiglio dei Ministri. Istituito nell’anno 1967, svolge la funzione di decisione politica in ambito economico e finanziario, attraverso il coordinamento a livello nazionale, comunitario e internazionale.
Il comitato interministeriale esamina la situazione sociale ed economica generale per l’adozione di provvedimenti, individua gli indirizzi e le azioni necessarie per conseguire gli obiettivi di politica economica, infine si occupa delle risorse finanziarie per programmi e progetti di sviluppo, approvando le principali iniziative d’investimento pubblico nel paese.
Oggetto d’esame del Comitato, principalmente, sono le decisioni di finanza pubblica, i piani d’investimento e le convenzioni dei principali concessionari pubblici e privati (per i primi Rfi, Anas, Enac, Enav; per gli altri operatori autostradali, aeroportuali, ferroviari, idrici e portuali).
Importanti decisioni prese dal comitato riguardano poi il piano nazionale per la riduzione delle emissioni dei gas responsabili dell’effetto serra, i programmi per la sicurezza stradale e per le opere pubbliche delle singole amministrazioni.
Inoltre il Cipe ha approvato nel 2011 il Programma Infrastrutture Strategiche, Pis, un’articolata serie d’interventi strutturati attraverso i quali sostenere lo sviluppo e la modernizzazione del Paese.
Con questo programma, sono state avviate numerose opere di rilevanza strategica nei settori stradale, autostradale, ferroviario, del trasporto metropolitano, portuale e interportuale, idrico, della difesa del suolo e delle reti energetiche. Il valore complessivo di questo programma è di oltre 230 miliardi di euro.
Collegamenti porti – ferrovie: due casi di possibile sviluppo
Come esposto dal vice Ministro Ciaccia, i finanziamenti che saranno stanziati saranno utilizzati, tra i diversi interventi, per finanziare le reti ferroviarie e i nodi d’interscambio con i principali porti italiani.
Un esempio ci può arrivare citando il corridoio ferroviario Tirreno – Brennero, asse di primaria importanza per lo sviluppo logistico italiano.
Come definito dal tavolo di lavoro che partecipa al suo sviluppo, “Il corridoio ferroviario Tirreno – Brennero rappresenta un’infrastruttura di collegamento e distribuzione merci di fondamentale importanza, poiché attraversa territori e aree ad alto sviluppo economico, in particolare porti e interporti, connettendo il sistema portuale dell’alto Tirreno con i mercati del centro e nord dell’Europa”.
Anche lo sviluppo del trasporto dal porto di Genova tramite la linea ferroviaria che transita per Alessandria fornisce un importante nodo nell’espansione dei collegamenti porti-ferrovie.
Nella zona Nord-ovest italiana, la provincia di Alessandria, dove l’impianto di “Alessandria smistamento” potrà divenire ancor più funzionale per il trasporto merci dai porti di Genova e Savona, si trova in una posizione geografica strategica, punto di snodo di due corridoi europei: il corridoio 5, che dovrebbe assicurare i flussi ovest – est e garantire una penetrazione nei paesi dell’est europeo, e il corridoio Genova – Rotterdam, che dovrebbe connettere, attraverso la portualità ligure, il bacino mediterraneo con gli sbocchi del nord Europa (Amburgo e Rotterdam).
Il porto di Genova acquisterebbe così un ruolo fondamentale per le “autostrade del mare”, contribuendo alla crescita della containerizzazione delle merci a livello europeo e non solo.
È ad oggi in progetto, nei porti di Genova e Savona, la riorganizzazione del trasferimento dei container dal terminal portuale e l’avvio della sostituzione delle procedure manuali e cartacee grazie all’introduzione della “dogana virtuale telematica”.