«È chiaro – ha spiegato recentemente Sergio Prete, presidente dell’autorità portuale pugliese – che qualsiasi decisione o azione in questo momento presa per l’Ilva ha delle conseguenze anche dal punto di vista della movimentazione delle merci. Siamo coinvolti nella vicenda in qualche modo».
L’autorità portuale, in ogni caso, sta partecipando alla cabina di regia con il ministero e gli enti locali per trovare una soluzione al caso che ha arroventato l’estate.
«Oggi aspettiamo di conoscere le determinazioni dell’azienda» ha proseguito il presidente Prete.
«Sino a poco tempo fa le navi di minerali sono arrivate. Ma se non dovessero arrivarne più nel futuro, ed è il blocco quello che infatti temiamo per il momento, la diminuzione inciderà.
Non è poco il peso che l’Ilva ha sui traffici del porto di Taranto.
Vogliamo parlare con i sindacati e i vertici dell’azienda, perché in base a quello che deciderà l’Ilva, l’autorità portuale dovrà rimodulare i propri piani di sviluppo».
Il ministro per lo sviluppo economico, Corrado Passera, nei giorni scorsi ha usato toni ancora più allarmanti: “Il costo di una eventuale chiusura dell’Ilva di Taranto avrebbe un impatto negativo che è stato valutato attorno a oltre otto miliardi di euro annui imputabile per circa sei miliardi alla crescita delle importazioni, per 1,2 miliardi al sostegno al reddito e ai minori introiti per l’amministrazione pubblica e per circa 500 milioni in termini di minore capacità di spesa per il territorio direttamente interessato”.
La strategia dell’Autorità portuale sembra ora quella di volersi rendere più indipendente dalle sorti dell’acciaieria: “Uno degli obiettivi – ha spiegato il presidente Prete – è equilibrare l’incidenza dell’Ilva sui traffici creando una serie di alternative che in qualche modo compensino o facciano scendere la percentuale di movimentazione dell’Ilva in maniera tale da spalmare il rischio su più clienti e più tipologie di traffico.
Inoltre, entro breve tempo saranno avviati lavori per la piastra logistica, con un investimento da 219 milioni di euro“.