La situazione generale
I dati pubblicati, riferiti al periodo di osservazione da gennaio a dicembre 2011, fanno notare subito un saldo complessivamente positivo del traffico merci italiano a chiusura del 2011, in termini di volumi ed anche di fatturato.
Positivi risultano i trasporti su strada e quelli aerei, mentre si trovano in una temporanea situazione di difficoltà i trasporti su rotaia.
L’indagine è stata effettuata intervistando un panel di imprese tra le più rappresentative dei vari settori e si pone in paragone alla situazione rilevata nel periodo precedente indicandone variazioni e permanenze, evidenziando anche i valori di alcuni indicatori relativi al rischio di credito, come i tempi medi di incasso e la percentuale di insolvenze rispetto al fatturato.
Si tratta di un’analisi incrociata con dati raccolti dalle fonti Confetra per ciò che riguarda il settore stradale e navale, dalle fonti dell’Union Internationale des Chemins des Fer (UIC) per il traffico cargo Trenitalia e dalle fonti di Assaeroporti per il trasporto aereo.
Dal punto di vista del traffico stradale, un aumento del 1,2% sul territorio nazionale e un aumento dello 0,3% su quello internazionale, il traffico aereo registra un +3,5.
In negativo invece il traffico ferroviario (-3,7) e quello marittimo (-3,8).
I dati fanno notare la situazione poi positiva degli spedizionieri internazionali tutti in aumento: un +4% per le spedizioni su strada e su rotaia, un +3,1% per quelle aeree e un +2,7 per quelle via mare.
Il fatturato che ne consegue si regista anch’esso in positivo, anche se sensibilmente inferiore all’aumento del traffico: un aumento del 4,7% sul fatturato nazionale e del 3,1 su quello internazionale.
Se si guardano i dati registrati nel panorama delle spedizioni, si nota che il fatturato rilevato via strada e via ferro (+5,7) domina sul +2 registrato per le spedizioni aeree e sul +1,7 per le spedizioni via mare.
Registrando così un tempo medio di incasso pari agli 84 giorni e un’insolvenza rispetto al fatturato dell’1,2%.
Il saldo complessivamente positivo del 2011 è il risultato di un primo semestre in espansione seguito da un progressivo rallentamento del traffico, aggravatosi negli ultimi mesi dell’anno.
Ciò che si nota è l’apparente discrepanza tra il dato del traffico stradale denunciato dai vettori e l’andamento delle spedizioni terrestri aumentate nelle stesso periodo del +4%, dove la sola motivazione plausibile sta nel fatto che l’autotrasporto italiano sta continuando a perdere quote di traffico a vantaggio di imprese di trasporto di altri paesi concorrenti.
Confetra ci illustra, poi, l’andamento della varie modalità in un periodo ampio che va da luglio 2007 al secondo semestre 2011: si nota come i trend stradale e navale rimangano abbastanza stabili a confronto del trend ferroviario decisamente in calo e di un trend aereo che subisce sensibili variazioni prima in negativo (primo semestre del 2009), successivamente di ripresa in positivo (secondo semestre del 2010).
Dal punto di vista del traffico marittimo, il porto di Trieste registra il maggior aumento se guardiamo al traffico dei container (teu), a confronto del precedente anno 2010, con un +39,6, seguito dagli aumenti comunque importanti dei porti di Ravenna e Venezia, rispettivamente del +17,3% e del +16,3%.
Se guardiamo invece il traffico ro-ro, la situazione risulta quasi capovolta con dati negativi sia per il porto di Ravenna (-25,3%), sia per quello di Venezia (-8,1%).
Infine, se guardiamo il traffico delle rinfuse, il maggior aumento si registra al sud, nel porto di Taranto, con un +15,6%.
I valichi stradali rimangono abbastanza stabili, tranne il valico del Monte Bianco che registra il dato più sensibile del +6%.
Traffico Autostradale e pedaggi
Il traffico autostradale rilevato dall’Aiscat di mese in mese dall’anno 2008 all’anno 2011 risulta frastagliato, ma evidenzia come dopo una ripresa registrata nel 2010 ci sia stato un rallentamento della crescita nel primo periodo del 2011 e una successiva flessione negli ultimi mesi dell’anno pari, confrontando il mese di dicembre 2010 con quello del 2011, ad un -5,6%.
La nota positiva dal traffico stradale italiano arriva invece dai dati che rilevano gli incidenti con mezzi pesanti: il trend infatti è decisamente in calo sia dal punto di vista dei decessi, sia da quello dei feriti.
Nell’arco temporale che va dal 2002 al 2010 si è infatti registrato un calo complessivo del numero di feriti pari al 19% e una diminuzione della mortalità pari al 43%.
Ad aumentare nel 2011 sono però ancora i pedaggi autostradali con una media del 3,3%, registrando però variazioni sensibili tra le diverse concessionarie, e il prezzo del gasolio, che, dopo una leggera flessione registrata nei mesi di maggio e di giugno 2011, ritorna ad aumentare notevolmente fino al raggiungimento della soglia di 1,672 euro/litro di gennaio 2012.
La notizia, non promettente, è che questo prezzo continua a salire anche nei primi mesi del 2012 con una curiosa controtendenza del valore di riferimento europeo per il prezzo del petrolio (brent) che registra un andamento in diminuzione.
Anche il tasso di inflazione italiano, in simile concomitanza con quello europeo, sembra non rallentare nella crescita con un aumento importante del 2,9% nel 2011 e con un tasso di inflazione pari all’1,6%.
Mentre diminuisce la produzione industriale che dopo un picco positivo ad agosto 2011, torna in segno negativo nei mesi finali dell’anno.
A conseguenza di queste variazioni tendenzialmente negative, a soffrire è il settore “trasporto e magazzinaggio” in termini economici che registrano sofferenze bancarie in crescita del 42% in un solo anno raggiungendo il valore di circa 2,3 miliardi di euro.
“Bisogna tener conto che il saldo complessivamente positivo del 2011 – commenta così Fausto Forti, Presidente della Confetra – è in realtà il risultato di un primo semestre in espansione seguito da un progressivo rallentamento aggravatosi negli ultimi mesi dell’anno.
Una riflessione importante riguarda i fatturati unitari: tranne che per la modalità su strada, l’aumento del fatturato è sensibilmente inferiore all’aumento del traffico, a riprova della continua erosione dei margini cui sono sottoposte da anni le imprese del settore.
La modalità su gomma registra un aumento del fatturato in misura maggiore rispetto all’aumento del traffico, probabilmente a causa del forte aumento del prezzo del gasolio che ha fatto lievitare i prezzi alla clientela“.