Ad ognuno il suo mestiere.
A voler sintetizzare il pensiero di Stefano Bianchi, amministratore delegato di Ab Coplan, in Italia una delle più importanti società di consulenza nel mondo della logistica, si dovrebbe partire da qui.
Perché il mondo della logistica è complesso, e l’errore più comune è quello di non affidarsi alla competenza avendo come scopo il raggiungimento degli obiettivi prefissi, tra cui, ovviamente, il tanto agognato risparmio.
Non è un luogo comune, anche se nel nostro Paese, almeno per quanto riguarda le grandi realtà, da qualche anno si sta sempre più puntando sulla professionalità.
“Come recita il proverbio: come Roma non è stata costruita in un giorno” commenta Stefano Bianchi ” così anche nel complesso mondo che sottende la logistica in ogni suo aspetto è necessario affidarsi, prima ancora di affrontare la fase progettuale, a chi ha investito nella professionalità per garantire un risultato d’eccellenza”.
E con questo motto nasce agli inizi degli anni ’80 l’azienda capitanata oggi da Bianchi, Ab Coplan appunto.
Sede a Parma, altra sede a Milano, e migliaia di chilometri macinati da lui e dai suoi collaboratori che ogni giorno accompagnano le piccole e grandi opere che consentono a tutte le filiere di “movimentarsi” e movimentare.
La parola d’ordine è analisi.
Ovvero la capacità di comprendere e tradurre su carta le esigenze e le capacità produttive di chi necessita la costruzione di punti logistici.
Gli esempi si sprecano, ovvero si snocciolano velocemente osservando i clienti dell’azienda: da Cavit a Danone, da Barilla ad Heineken Italia, passando per Mondadori, Arti Grafiche, Alitalia, Louis Vitton, Lottomatica, Gucci, Luxottica, solo per citarne alcuni.
Analisi significa poter dare una risposta semplice ad una domanda complessa:
cosa mi serve? “É il passo precedente” spiega Bianchi “la domanda che spesso viene colpevolmente lasciata a chi le movimentazioni le dovrà costruire e che, invece, spetta ad altre figure, ad altre professionalità.”
Le aree di intervento sono molteplici, ovviamente: dall’ottimizzazione del processo di approvvigionamento, al ridisegno del processo di gestione delle scorte; dall’organizzazione del processo di magazzino alla progettazione e al reengineering di magazzini e dei centri di distribuzione, passando per le analisi sui sistemi di produzione, della rete distributiva, fino a comporre l’analisi di tutto ciò che è outsourcing, ovvero analisi dei costi logistici, analisi dei fabbisogni, simulazione di scenari alternativi e supporto per la scelta dei provider.
In altre parole stiamo parlando di strategia.
Da Parma, una delle città principali della logistica nazionale, a Milano, centro di business e di molte produzioni, Ab Coplan ha sviluppato in trent’anni di attività la capacità di accompagnare il cliente laddove la scelta deve essere fatta e prima che divenga china su carta.
Ma perché tutto questo funzioni, la conditio sine qua non è la capacità dell’azienda di affidarsi a Ab Coplan riconoscendone la professionalità e la capacità di offrire un risultato certo come un plus di valore.
Un risultato, questo, che non si ottiene certamente in poco tempo e ancor più certamente che non si ottiene casualmente.
“Oggi” continua Bianchi “non sarebbe possibile in altri Paesi d’Europa non affidarsi a manager esperti prima che il progetto divenga effettivo.
Esiste una fase primaria, un percorso di formazione del progetto medesimo, che è essenziale ed è necessaria per raggiungere gli obiettivi prefissati”. Ed è qui che entra in gioco Ab Coplan.
Analisi, professionalità e quindi risparmio, sia in termini di tempo che in termini di risultato prodotto.
Questa è l’alchimia che traspare dalle parole di chi oggi affronta il tema della logistica, ben consapevole che ormai nella vita dell’uomo moderno il tema della logistica riguarda ogni campo, ogni azione, ogni desiderio del consumatore.
Il parere diretto di Stefano Bianchi
Come sta cambiando la logistica delle aziende in questi ultimi tempi?
Finalmente c’è più attenzione alla logistica in generale, sia rispetto a quella interna alle aziende, sia rispetto a quella più squisitamente distributiva: perché le aziende si sono finalmente rese conto che la logistica non è solo un costo da dover sopportare, ma un’opportunità competitiva, soprattutto in questi periodi di crisi.
Se in passato le aziende si concentravano di più nelle fasi commerciali e nella produzione, oggi è più marcata la consapevolezza che essere competitivi da un punto di vista anche logistico può voler dire esser competitivi con tutta l’azienda.
Di che cosa hanno bisogno le aziende per rinnovare la loro organizzazione logistica?
Innanzitutto di un po’ di umiltà, e lo dico con grande attenzione.
Oggi le aziende devono rimettersi in discussione e capire che i problemi logistici risultano complessi proprio perché hanno molte sfaccettature e molti elementi in gioco.
Ed è per questo che a volte è utile farsi aiutare da chi ha più esperienza di loro.
Anche perché in questo modo si corre il rischio di individuare con maggior rapidità le soluzioni utili per dare risposte concrete ai clienti.
Cosa chiedono ai consulenti le aziende? Quali tempi o argomenti?
Le aziende chiedono generalmente un miglioramento.
Più nel particolare, in questi anni, causa la grave crisi che in ogni settore ha mietuto vittime e fatto danni, le aziende si concentrano maggiormente su progetti completi che prevedono una riduzione dei costi.
Ad esempio, recentemente abbiamo avuto un cliente che per la prima volta ci ha chiesto di sacrificare il livello del servizio pur di riuscire a ridurre i costi.
Cosa dovrebbero invece chiedere? Dove sbagliano di più?
Condivido la richiesta di una riduzione dei costi, se raggiunta non con tempistiche a breve termine che pur offrendo effetti immediati magari non incidono in modo strutturale, ma attraverso riduzioni che sappiano inserire in una logica di miglioramento una diminuzione gestita sul piano generale coerentemente ad un piano particolare.
In altre parole bisogna a tutti i costi lavorare sulla qualità.
Sia dalla parte dei consulenti che devono saper comprendere le logiche complesse delle richieste dei clienti, sia dalla parte delle aziende medesime che devono puntare sull’ottimizzazione.
Oggi questo è possibile proprio grazie ai consulenti di settore che in ogni caso devono saper adattare i modelli alle esigenze reali.
Come vede il futuro della logistica e della consulenza logistica in Italia?
Pur sapendo di risultare banale, il futuro deve puntare su un’ottica di canale, perché ogni azienda non può più permettersi di guardare solo a se stessa, in una logica ciecamente interna, ma deve saper spingere il proprio sguardo ai fornitori e agli altri anelli della catena logistica che le stanno attorno e a valle.
E, dunque, anche in quest’ottica dovrebbero rivolgersi all’esperienza di un consulente, che riesce ad avere uno sguardo più aperto e generale sull’intera filiera produttiva, e non solo uno sguardo rivolto all’interno dell’azienda.
Uno dei vantaggi della consulenza è infatti quello di avere una visione che si espande su molte più aziende, riuscendo a portare all’interno un’esperienza e un vissuto di un ambito anche completamente differente.