Il 16 giugno sono stati presentati i risultati della sesta edizione dell’Osservatorio Non Food di Indicod-Ecr (aggiornamento annuale, dati relativi al 2007), l’associazione che raggruppa 33mila aziende industriali e distributive del settore dei beni di consumo.
Attraverso l’Osservatorio, Indicod-Ecr è in grado di offrire un quadro d’insieme del settore dei beni non alimentari, settore che ha guadagnato un ruolo di grande di rilievo nell’economia della grande distribuzione moderna italiana sia despecializzata che specializzata, fornendo una mappa aggiornata dell’evoluzione dell’offerta distributiva, delle quote dei diversi canali e delle possibili dinamiche di sviluppo.
Nella prima parte dell’Osservatorio 2008 vengono esaminate la dimensione della rete di vendita al dettaglio nel comparto non alimentare, la sua articolazione nelle principali tipologie di vendita, le principali insegne che operano sul mercato.
Nella seconda parte vengono presentate le quote di mercato e le dinamiche di vendita dei seguenti comparti non alimentari: mobili e arredamento, elettronica di consumo, edutainment (musica, libri, video, videogiochi), abbigliamento e calzature, bricolage, prodotti di ottica, prodotti per lo sport, articoli di cancelleria, casalinghi, tessile per la casa, profumeria e cosmetici, giocattoli, farmaci da banco.
Nella terza parte si esamina il possesso dei beni durevoli da parte delle famiglie italiane, segmentando anche l’importanza che assumono le diverse tipologie di consumi in funzione di caratteristiche socio-demografiche caratterizzanti i nuclei familiari.
Nella quarta parte vengono presi in esame gli investimenti pubblicitari effettuati nei differenti comparti merceologici, la tipologia di media più utilizzati e la dimensione dell’investimento realizzato dalle imprese di distribuzione con riguardo alle diverse tipologie di vendita.
Nella quinta parte si esaminano le caratteristiche del consumatore non food: il focus è sui comparti del bricolage, edutainment e elettronica di consumo.
Nella parte finale si approfondisce il mondo del Bricolage disegnando le caratteristiche delle strutture di vendita nelle quattro aree del NordOvest, NordEst, Centro e Sud.
In questo articolo riporteremo in sintesi i dati che ci sono sembrati maggiormente significativi per gli utenti di Logisticamente.it; se si desidera il resoconto completo dell’Osservatorio 2008 è possibile consultare la pagina dedicata all’indirizzo: http://www.indicod-ecr.it/studiricerche/index.php?id=33
Andamento dei consumi e comparti merceologici
In generale, anche nell’andamento dei consumi non food si evidenziano le problematiche congiunturali dell’economia italiana: nel 2007 c’è stato un rallentamento rispetto ai valori di crescita del 2006, con un trend del +1,9%, in frenata rispetto al 2,6% registrato l’anno precedente.
Questo dato è comunque il risultato di tendenze diverse per i vari comparti merceologici.
Tra i settori maggiormente in difficoltà, devono essere messe in evidenza due opposte tendenze: da un lato ci sono i comparti che registrano un vero e proprio calo di consumi a causa della diminuita capacità di spesa (ad esempio biancheria e tessile), dall’altro ci sono comparti il cui trend negativo è determinato dalla dinamica deflazionistica dei prezzi e non dalla riduzione degli acquisti (ad esempio i prodotti tecnologici).
Tra i comparti che hanno mostrato segni di ripresa, o che hanno continuato a crescere con ritmi sostenuti, vanno segnalati i settori legati alla cura della casa (arredamento e casalinghi) e della persona (articoli sportivi, ottica, profumeria).
Il trend positivo nei comparti che si sono mostrati più dinamici (profumeria, ottica, abbigliamento sportivo) è stato favorito dalla diffusione della rete di vendita, anche se questo elemento positivo, a causa del diffondersi di nuovi canali di vendita come ad esempio Internet, avrà in futuro un’incidenza minore.
La rete di vendita
Per quanto la crescita della distribuzione moderna nell’ampliamento delle reti di vendita e nella maggiore capillarità sul territorio stia continuando, è anche vero che in alcuni comparti si comincia ad assistere a segnali di rallentamento.
Crescono nel contempo i volumi di vendita della distribuzione moderna quasi sempre a scapito del piccolo-medio commercio indipendente, che comunque resta ancora il canale di riferimento in alcuni mercati come quello del mobile, delle attrezzature sportive e del giardinaggio.
Grazie agli investimenti realizzati negli anni scorsi in alcuni comparti del non food e ad una politica di prezzi sempre più aggressiva, le grandi superfici despecializzate (ipermercati e supermercati) sono riuscite a mantenere costanti le proprie quote di mercato (tranne per alcune eccezioni come il comparto della fotografia) difendendosi dalla pressante competizione degli altri canali distributivi.
È interessante sottolineare come, analogamente a quanto avvenuto in altri paesi, anche in Italia le catene distributive che operano con grandi superfici alimentari (GSA, ipermercati e supermercati) stiano diversificando la fornitura di servizi.
I servizi attualmente offerti da un numero più ampio di aziende distributive sono i servizi di telefonia (dove alcune insegne hanno fatto da precursori lanciando una propria sim) e i servizi on line (es. noleggio dvd e stampa foto).
L’aspetto più interessante riguarda comunque le prospettive future, in quanto tutti i distributori si dichiarano interessati ad entrare nel mondo dei servizi, alcuni in maniera più determinata e altri con maggiore cautela (come avvenuto per l’offerta dei farmaci da banco dopo la liberalizzazione) aspettando le mosse dei propri competitor.
In ottica futura, la distribuzione di carburanti e la telefonia sembrano essere i servizi che destano maggiore interesse presso la maggior parte delle insegne.
Percorsi di sviluppo
In conclusione, dal quadro evolutivo della distribuzione moderna nel non food che emerge dal rapporto di quest’anno, si possono evidenziare due possibili percorsi di sviluppo per la distribuzione moderna.
Per quanto riguarda le grandi superfici alimentari, la necessità di puntare in modo più deciso verso la direzione di sfruttare le occasioni di mercato nel non food e nei servizi lavorando sul “prodotto” in un’ottica di maggiore complementarità di acquisto, e questo a maggior ragione per quelle localizzate in ambito extraurbano.
Per quelle inserite in contesti più urbani, la direzione di sviluppo potrebbe invece essere quella di puntare su format centrati maggiormente sul concetto di multispecialità selezionando in modo più puntuale processi di consumo Non Food che si vuole servire.
Per quanto riguarda invece le grandi superfici specializzate, la necessità di puntare maggiormente su processi di consolidamento e rafforzamento della rete, avendo crescente riguardo alla produttività, e di uno sviluppo più centrato sulla differenziazione dei format in funzione dei target e dei diversi poli commerciali in cui i punti vendita sono inseriti (distretto urbano del commercio, centro commerciale, parco a tema).