Servizi e accessori per il trasporto
13 Dicembre 2010
È l’Italia il paese con il record europeo del costo dell’autotrasporto di merci su gomma. Nel nostro Paese, se si considera un autoarticolato con cinque assi che percorra 100.000 km all’anno, il costo al chilometro è di 1,451 euro.
In Francia questo costo scende a 1,340 euro, in Germania a 1,289, in Spagna a 1,078, in Romania addirittura a 0,729 euro.
Questi dati emergono da una elaborazione compiuta dall’Osservatorio Due Torri, su uno studio del Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli autotrasportatori che ha determinato il costo per le imprese di autotrasporto di cose per conto terzi in otto paesi europei.
(percorrenza annua |
|
PAESE |
COSTO AL KM (euro) |
ITALIA |
1,451 |
FRANCIA |
1,340 |
GERMANIA |
1,289 |
AUSTRIA |
1,230 |
SLOVENIA |
1,132 |
SPAGNA |
1,078 |
UNGHERIA |
0,953 |
POLONIA |
0,845 |
ROMANIA |
0,729 |
MEDIA |
1,116 |
Fonte: elaborazione Osservatorio Due Torri su dati del Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli autotrasportatori |
Una delle ragioni, ma non l’unica, della situazione particolarmente penalizzante in cui si trova l’autotrasporto italiano sta nel fatto che la velocità commerciale media è in Italia più bassa rispetto agli altri paesi europei, per effetto della inadeguatezza della nostra rete stradale ed autostradale.
In particolare, la velocità commerciale media nel 2006 per gli autoveicoli da trasporto pesante è stata di 50 chilometri all’ora, mentre in Francia ed in Germania è stata di 55.
La situazione da questo punto di vista è destinata a peggiorare perché da recenti analisi, sempre del Comitato Centrale per l’Albo nazionale degli autotrasportatori, emerge che la velocità commerciale in Italia sta diminuendo e potrebbe attestarsi intorno ai 45 km per effetto dell’aumento dei tempi
di attesa, di carico e scarico e dell’appesantimento dei flussi di traffico sulla rete stradale italiana. Il maggior costo dell’autotrasporto italiano, fa notare l’Osservatorio Due Torri, non dipende però, come si accennava, soltanto da uno svantaggio in termini di velocità commerciale.
Se così fosse, esaminando la struttura dei costi, emergerebbe un maggior peso delle voci che incidono sul costo indipendentemente dal numero di chilometri percorsi, come ad esempio le assicurazioni.
Ma in effetti non è così. Come mostra la tabella, rispetto alla media degli otto paesi europei considerati nello studio, per l’Italia l’unica voce di costo più bassa è la tassazione diretta sul veicolo, mentre tutte le altre sono sensibilmente più alte della media e portano il costo al chilometro in Italia a superare di quasi il 30% quello medio europeo. Particolarmente elevata è la differenza, rispetto alla media, dei costi dei pedaggi autostradali (+121%), delle assicurazioni (+72%) e degli pneumatici (+53%).
Confronto Italia-Europa del costo al chilometro di un autoarticolato con cinque assi per le principali voci di costo (percorrenza annua |
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VOCI DI COSTO |
COSTO IN ITALIA (in euro) |
COSTO MEDIO EUROPEO (*) |
SCOSTA-MENTO % |
Pedaggi autostradali |
0,103 |
0,047 |
121,24 |
Assicurazioni |
0,082 |
0,048 |
72,43 |
Pneumatici |
0,118 |
0,077 |
52,59 |
Costi conducente |
0,494 |
0,370 |
33,59 |
Manutenzione e riparazione |
0,081 |
0,062 |
31,12 |
Deprezzamento veicolo |
0,261 |
0,222 |
17,39 |
Costo carburante |
0,305 |
0,275 |
11,00 |
Tassazione del veicolo |
0,007 |
0,016 |
-56,85 |
Totale |
1,451 |
1,116 |
29,98 |
(*) Germania, Francia, Spagna, Polonia, Austria, Ungheria, Slovenia e Romania |
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Fonte: elaborazione Osservatorio Due Torri su dati del Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli autotrasportatori |
Secondo l’Osservatorio Due Torri, al di là della penalizzazione costituita dalla inadeguatezza strutturale del nostro Paese, gli autotrasportatori italiani soffrono per un insufficiente sviluppo della catena logistica del nostro Paese che penalizza anche gli autotrasportatori in quanto finisce per marginalizzarli in pure attività di trasporto escludendo spesso la loro partecipazione dalle attività più redditizie della catena logistica.
Sui conti degli autotrasportatori incide poi negativamente anche la politica commerciale seguita dalla maggior parte delle grandi imprese italiane che vendono franco fabbrica, lasciando all’acquirente italiano e soprattutto straniero la scelta dell’operatore logistico e dell’autotrasportatore.