Al fine di quantificare, almeno in linea di massima, la domanda potenziale aggregata di eventuali nuovi servizi di trasporto combinato strada-mare effettuabili medianti navi traghetto (“Autostrade del Mare”) dall’Italia meridionale alla Francia Mediterranea, si riportano di seguito alcuni risultati di un’analisi di dati statistici condotta dal Centro Studi dell’Ente Autonomo Volturno relativamente ai traffici di import/export delle regioni italiane (Lazio, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia) che si ritiene possano essere interessate direttamente e/o indirettamente allo sviluppo di tali servizi.
In particolare, nelle tabelle seguenti sono indicati, per ciascuna delle sette regioni selezionate, entità dei flussi in tonnellate per modalità di trasporto e ripartizione modale in percentuale, nell’ordine, dei traffici di import/export, di solo import e di solo export relativi all’anno 2003. Si riportano inoltre, in formato non tabellare, anche alcuni dati relativi alla ripartizione merceologica di tali traffici.
È opportuno però precisare che i dati riportati sottostimano i flussi reali, in quanto alcuni incroci “regione – modo di trasporto – categoria merceologica” sono stati ritenuti “non diffondibili” dall’ISTAT.
Dalle tabelle 1 e 2 si deduce che, degli oltre 4 milioni di tonnellate di merci che nel 2003 sono state movimentate sulle relazioni considerate, più della metà (60%) ha utilizzato il trasporto marittimo, poco più di 1,5 milioni (36%) il trasporto su strada ed aliquote marginali il trasporto ferroviario ed aereo.
Risulta, inoltre, che Sicilia, Puglia, Campania e Lazio sono le regioni con i maggiori flussi; la Campania, in particolare, copre circa il 22% del totale.
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Considerando il peso delle singole regioni nelle diverse modalità di trasporto, si evidenzia come la Campania assorba circa il 25% dei traffici ferroviari, quasi esclusivamente in import (87%) e riguardanti per il 53% (sul totale import/export) la categoria “Macchine, veicoli, oggetti manufatti e transazioni speciali”, per il 35% “Prodotti agricoli ed animali vivi”, seguite da “Prodotti chimici” (6%), “Prodotti metallurgici” (5%) e “Minerali greggi o manufatti e materiali da costruzione”(1%).
Occorre precisare che tali categorie merceologiche appartengono alla classificazione NST/R a 10 voci.
Si rileva, sempre per la Campania, una quota pari al 29,3% sul totale dei traffici stradali delle regioni considerate (in import composti per il 29% da “Prodotti agricoli ed animali vivi”, per il 19% da “Macchine, veicoli, oggetti manufatti e transazioni speciali” e per il 49% da “Prodotti chimici”, “Prodotti metallurgici” e “Derrate alimentari e foraggere”; in export composti, invece, per il 44% da “Derrate alimentari e foraggere”, per il 28% da “Macchine, veicoli, oggetti manufatti e transazioni speciali” e per il 26% da “Prodotti chimici” e “Prodotti agricoli ed animali vivi”).
Inoltre, per la modalità stradale si evidenzia anche il peso del Lazio (38%), della Puglia (16%) e della Sicilia (11%).
Relativamente alle categorie merceologiche che si muovono su strada, gran peso hanno i “Prodotti chimici” (31% del totale, di cui il 50% concentrato in import/export nel Lazio), seguiti da “Macchine, veicoli, oggetti manufatti e transazioni speciali” (23%), “Derrate alimentari e foraggere” (18%) e “Prodotti agricoli ed animali vivi” (17%).
Escludendo il Lazio dal computo si ha, invece, che per il 51% le esportazioni sono costituite da “Prodotti agricoli ed animali vivi” e “Derrate alimentari e foraggere”, seguite da “Prodotti chimici” e “Macchine, veicoli, oggetti manufatti e transazioni speciali” (45%), mentre le importazioni sono costituite per il 50% da “Prodotti chimici” e “Derrate alimentari e foraggere”, seguite da “Prodotti agricoli ed animali vivi” e “Macchine, veicoli, oggetti manufatti e transazioni speciali” (38%).
Dalle tabelle 3-6 si evidenzia una situazione di equilibrio tra flussi di merce in import ed export, anche se, considerando le merci che si muovono su strada, ferrovia e aereo, il rapporto risulta notevolmente più sbilanciato a favore delle importazioni dalla Francia.
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Dei flussi di merce esaminati, quelli potenzialmente intercettabili da linee Ro-Ro sono, molto probabilmente, quelli che viaggiano su strada (sia in import che in export), rappresentando questi ultimi il vero target delle tanto auspicate Autostrade del Mare transeuropee.
In via preliminare, dunque, la domanda potenziale aggregata può essere stimata in circa 1.550.000 tonnellate/anno di merce che, considerando un coefficiente di riempimento medio di 20 tonnellate per veicolo (coefficiente che, in uno studio pubblicato dall’Ufficio Italiano dei Cambi nel 2003, viene indicato come rappresentativo dei flussi di import/export su gomma tra Italia e Francia), corrisponde a quasi 77.500 mezzi pesanti all’anno, ossia 1.550 trailer per settimana se si considera un periodo di operatività pari a 50 settimane per anno.
Naturalmente, per stimare l’aliquota di tale domanda aggregata che, con un determinato livello di confidenza, si può ritenere effettivamente “catturabile” da singole linee marittime, è opportuno condurre appropriate indagini sul campo ed effettuare ulteriori elaborazioni utilizzando, ad esempio, un modello econometrico a varibili dipendenti discrete basato sulla teoria dell’utilità casuale.
I risultati completi delle elaborazioni dei dati ISTAT sui traffici con la Francia suddivisi per regione, categoria merceologica e modalità di trasporto, così come i risultati della calibrazione di uno specifico modello Logit di tipo binomiale implementato per la valutazione della domanda attratta da una eventuale linea dalla Campania verso la regione Languedoc-Roussillon, possono essere richiesti al Centro Studi dell’Ente Autonomo Volturno srl.