La promessa dell’automazione è allettante: maggiore efficienza, minori costi e operatività 24/7. Ma il ROI dei robot in magazzini e fabbriche è davvero così scontato? A fronte di una crescente diffusione di soluzioni automatizzate – dai classici AGV e AMR fino ai carrelli intelligenti – molti manager scoprono solo a posteriori che l’investimento può nascondere insidie capaci di intaccare il ritorno atteso.
Un robot non si stanca, non sciopera e non si ammala. Ma va ricaricato. E questo implica tempi di inattività fino al 20% del tempo operativo, cui si aggiunge un ulteriore 12% di inattività legato a problemi tecnici o imprevisti. In pratica, molti robot risultano offline fino a un terzo del tempo.
Oltre a ciò, si verificano interruzioni a catena: un robot che consegna l’articolo sbagliato blocca la catena di picking, generando ritardi, ordini errati e clienti insoddisfatti.
Le conseguenze non sono solo operative. Per compensare i downtime, le aziende arrivano ad acquistare fino al 35% di robot in più, con conseguenti costi di manutenzione, batterie e soprattutto potenziamenti IT per server e software.
Automazione fa rima con spazio occupato. Ogni robot ha bisogno di una stazione di ricarica, che può occupare oltre 10 piedi quadrati per unità. Questo spazio, in aree urbane o magazzini verticali, è prezioso. Quando è tolto allo stoccaggio, aumenta la necessità di trasporti aggiuntivi e rallenta l’evasione degli ordini.
Non meno rilevante è il rischio di congestione. Più robot operano in uno stesso ambiente, più cresce la probabilità di collisioni, con conseguenti danni, manutenzioni e costi assicurativi. Anche i sistemi di prevenzione – come i sensori anticollisione – rappresentano una voce di costo aggiuntiva spesso sottovalutata.
Se il quadro sembra scoraggiante, non tutto è perduto. Soluzioni emergenti, come la ricarica dinamica durante l’attività o l’ottimizzazione algoritmica delle flotte tramite IA, offrono opportunità concrete per abbattere i tempi morti. L’espansione verticale dei magazzini e l’automazione distribuita possono ridurre la pressione sugli spazi. Tuttavia, ogni soluzione richiede ulteriori investimenti, personale qualificato e aggiornamenti tecnologici.
L’automazione resta una strada inevitabile, soprattutto per far fronte alla scarsità di manodopera e alla crescente richiesta di consegne rapide. Ma solo chi calcola accuratamente anche i costi occulti potrà trarne reale vantaggio competitivo. Il ROI, oggi più che mai, va costruito con competenza, dati e visione strategica.
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