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Trump rilancia i dazi: impatto globale sulla supply chain
Nuove tariffe USA fino al 54%: imprese globali e logistica verso uno stress test senza precedenti


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Trump rilancia i dazi: impatto globale sulla supply chain

7 Aprile 2025

Il 2 aprile 2025 gli Stati Uniti hanno dato ufficialmente il via a una nuova fase di protezionismo commerciale, imponendo una tariffa base del 10% su tutte le importazioni e aliquote ben più elevate per circa 60 Paesi. Si tratta di un cambio di rotta drastico destinato a generare gravi conseguenze per le catene di approvvigionamento globali.

Le misure colpiscono con forza soprattutto l’Asia: Cina (54%), Cambogia (49%), Vietnam (46%), Thailandia (36%), Taiwan (32%) e Giappone (24%) sono tra i Paesi più penalizzati. L’Unione Europea dovrà affrontare una tariffa del 20%, mentre il Regno Unito è soggetto all’aliquota minima del 10%, condivisa con Singapore, Brasile e Australia. Ursula von der Leyen ha parlato di un “colpo all’economia mondiale” e di “conseguenze gravi per milioni di persone”.

Oltre ai nuovi dazi, restano in vigore le tariffe del 25% su acciaio, alluminio e autoveicoli importati, che comprendono auto, SUV, minivan, componenti meccanici ed elettronici. A queste si aggiunge una tariffa del 25% su tutti i Paesi che acquistano petrolio o gas dal Venezuela, anche tramite terzi.

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Effetti diretti sulla logistica globale

Questo complesso impianto tariffario introduce un livello di incertezza senza precedenti, mettendo sotto pressione i responsabili della logistica e della supply chain. Le aziende si trovano costrette a rivalutare rotte commerciali, fornitori e strategie di distribuzione, in molti casi implementando strumenti digitali per aumentare la visibilità a monte della catena e reagire più rapidamente agli shock esterni.

La necessità di incrementare le capacità di gestione doganale, rivedere i contratti e adattarsi a nuove regolamentazioni richiede risorse e pianificazione. Molte imprese stanno già affrontando ritardi nei flussi, rialzi dei costi e instabilità nella gestione dei magazzini.

La combinazione tra riduzione della capacità di mercato e incertezza sulle tariffe sta congelando molti investimenti, lasciando presagire un calo della domanda logistica a breve termine.

Strategie di adattamento

In Europa, si aprono anche nuove opportunità. Il Regno Unito, con una capacità produttiva sottoutilizzata dopo la Brexit, potrebbe proporsi come polo manifatturiero offshore per le aziende tedesche, specialmente nel settore automotive. Una strategia che, se sostenuta da un accordo commerciale con gli USA, potrebbe ridisegnare gli equilibri produttivi continentali.

L’introduzione dei dazi rappresenta dunque uno stress test per l’intero ecosistema logistico globale. Le aziende più resilienti saranno quelle capaci di adattare rapidamente i propri modelli operativi, anticipando i cambiamenti e sfruttando la tecnologia per ottimizzare costi e tempi. In questo scenario mutevole, chi opera nella logistica non potrà che affidarsi a informazione, aggiornamento continuo e visione strategica.

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