L’Antartide, con i suoi 4.500 chilometri di diametro, è un continente inospitale e in gran parte inaccessibile, dove il 98% del territorio è coperto da neve e ghiaccio.
Questo scenario estremo complica le operazioni logistiche, rendendole una delle più grandi sfide per chi deve operare nella regione.
Non esistono autostrade, ferrovie o porti commerciali; il trasporto avviene principalmente via aerea o via mare, con mezzi militari o navi specializzate.
L’assenza di vegetazione e la conformazione rocciosa del territorio rendono i movimenti via terra particolarmente complessi, anche per veicoli specializzati.
Il trasporto aereo in Antartide è limitato ma essenziale.
Non esistono voli commerciali regolari verso il continente, né piste asfaltate.
Le piste di atterraggio, infatti, sono ricavate dal ghiaccio blu, un fenomeno naturale in cui l’assenza di neve fresca crea una superficie liscia e compatta, adatta all’atterraggio.
La maggior parte dei voli viene eseguita da aerei militari o da velivoli noleggiati da governi e istituti di ricerca.
Attualmente, esistono circa 20 aeroporti, ma nessuno è accessibile al pubblico, e le operazioni sono regolate da rigorose normative internazionali.
Prima di ogni volo, è necessario ottenere un’autorizzazione dalle autorità competenti, dato che le infrastrutture aeree non rispettano gli standard internazionali ICAO.
Le limitazioni imposte dal clima estremo e la mancanza di supporti tecnologici adeguati rendono ogni volo una sfida.
McMurdo Station ospita l’unico porto operativo del continente, utilizzato principalmente per supportare le spedizioni scientifiche.
Le altre stazioni costiere fanno affidamento su navi di supporto che trasportano rifornimenti tramite elicotteri o piccole imbarcazioni, visto che non esistono veri e propri porti commerciali.
L’introduzione del Codice Polare ha migliorato la sicurezza della navigazione nelle acque antartiche, imponendo standard rigorosi sulla progettazione delle navi, la formazione del personale e la protezione ambientale.
Le navi devono essere certificate per operare in condizioni estreme, con equipaggiamenti specifici per affrontare temperature sotto lo zero e ghiaccio spesso.
Questo è fondamentale non solo per la sicurezza, ma anche per prevenire incidenti ambientali in un ecosistema così delicato.
Dal 2024, inoltre, è entrato in vigore il divieto di utilizzare oli combustibili pesanti (HFO) nelle acque antartiche, una normativa stabilita per ridurre i rischi di contaminazione ambientale.
Le operazioni logistiche in Antartide non si limitano ai trasporti.
Le stazioni di ricerca come McMurdo e Palmer dipendono da un’infrastruttura complessa che assicura l’arrivo di materiali e personale nei periodi dell’anno più favorevoli.
Durante l’estate australe, da ottobre a febbraio, sono attivi voli regolari tra Nuova Zelanda e McMurdo, che fungono da base per spedizioni interne al continente, inclusa quella al Polo Sud.
Il Laurence M. Gould, una nave di ricerca, supporta Palmer Station trasportando materiali e personale dal Sud America, contribuendo anche alle ricerche marine nella regione.
Tuttavia, per la maggior parte dell’anno, le stazioni sono isolate, specialmente durante l’inverno, quando solo una minima parte del personale rimane operativa.
La logistica in Antartide rimane una delle operazioni più complesse al mondo, con poche infrastrutture e condizioni ambientali estreme.
Innovazioni tecnologiche e nuove normative sono fondamentali per garantire la sicurezza e la sostenibilità delle operazioni, proteggendo un continente che resta una delle ultime frontiere del pianeta.
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