Le terre rare e i metalli critici sono fondamentali per lo sviluppo tecnologico e la transizione energetica, ma la loro distribuzione e lavorazione nel mondo è estremamente disomogenea.
Secondo un’analisi condotta da Visual Capitalist in collaborazione con Appian Capital Advisory, basata su dati dell’USGS e dell’AIE, i principali Paesi detentori di riserve di litio, cobalto, grafite naturale e terre rare sono concentrati in poche aree del mondo, il che pone sfide e rischi significativi per la catena di approvvigionamento globale.
Il Sud America domina le riserve di litio, con il Cile che detiene il 34% delle riserve globali e l’Argentina il 13%.
Anche l’Australia gioca un ruolo importante, con il 22% delle riserve.
Nel caso del cobalto, la Repubblica Democratica del Congo possiede una quota impressionante del 57% delle riserve mondiali, seguita dall’Australia con il 16%.
Le riserve di grafite naturale, invece, sono più distribuite, con la Cina che detiene il 28% e il Brasile il 26%, seguiti dal Mozambico con il 9%.
Infine, per quanto riguarda le terre rare, l’Asia è al centro della scena: la Cina possiede il 38% delle riserve mondiali e il Vietnam il 19%, mentre il Brasile segue con il 18%.
Avere riserve di minerali critici non basta: la capacità di lavorarli è altrettanto importante.
La Cina è il leader indiscusso nella raffinazione di questi materiali, gestendo il 65% della lavorazione globale del litio, il 74% di quella del cobalto, il 100% della grafite naturale e il 90% delle terre rare.
Questo predominio la rende un attore centrale nelle catene di approvvigionamento globali, con impatti potenzialmente destabilizzanti qualora sorgessero interruzioni nella produzione o nelle relazioni commerciali.
Anche la produzione dei minerali stessi è estremamente concentrata.
L’Australia produce il 51% del litio globale, mentre il 73% del cobalto proviene dalla Repubblica Democratica del Congo.
La Cina, oltre alla lavorazione, domina anche la produzione di grafite naturale (72%) e terre rare (70%).
L’espansione della catena di approvvigionamento globale per supportare la crescente domanda di minerali critici richiede investimenti significativi in nuovi progetti minerari.
In particolare, i Paesi che dispongono di elevate riserve ma che attualmente hanno tassi di produzione e lavorazione bassi, come il Brasile e il Mozambico, potrebbero essere destinati a un ruolo più rilevante in futuro.
Tuttavia, questa transizione non sarà né rapida né economica, richiedendo anni di pianificazione, sviluppo infrastrutturale e superamento di barriere economiche e politiche.
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