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Come rispondere alle incertezze della supply chain globale?
Reshoring, multisourcing e creazione di scorte sono solo alcune delle strategie introdotte dalle imprese per rendere la supply chain globale resiliente, ma sono davvero le soluzioni migliori? Scopri di più


Trasporti Nazionali e Internazionali

Come rispondere alle incertezze della supply chain globale?

19 Luglio 2022

La supply chain globale si trova vivere un periodo di grande instabilità.
Quella che all’inizio sembrava una situazione facilmente superabile, una volta passato il periodo più complesso della pandemia da Covid 19, si sta rivelando una situazione più complessa con molte implicazioni.
La situazione è stata complicata anche dal fatto che la pandemia non solo ha rallentato i traffici, rendendoli allo stesso tempo più complessi, ma ha anche favorito la crescita degli acquisti online che hanno contribuito a congestionare ulteriormente la catena di approvvigionamento.

Tutto questo ha portato ad un aumento vertiginoso dei costi del trasporto, dovuto anche alla mancanza di disponibilità dei container e il loro intasamento nei porti, la carenza di materie prime e della forza lavoro, tutti fattori che hanno contribuito a innescato una vera e propria crisi della logistica.
Per rispondere a questo scenario globale caratterizzato da volatilità, incertezza, complessità e ambiguità, che oggi viene anche ben indicato con l’acronimo inglese VUCA (Volatility, Uncertainty, Complexity, Ambiguity), sempre più imprese hanno deciso di attuare una strategia basata su tre elementi: reshoring, multisourcing e ampliamento delle scorte.

 

Le strategie delle aziende per contrastare le incertezze della supply chain

Per contrastare gli effetti dei ritardi della supply chain globale le imprese hanno attivato delle contromisure che si basano sull’accorciamento della catena di approvvigionamento, sulla diversificazione di fornitori e sull’ampliamento delle scorte.
Più semplicemente queste strategie si possono riassumere con i termini reshoring, multisourcing e con il ritorno del just-in-case.
Con reshoring si intende il processo di rilocalizzazione della produzione aziendale da un paese straniero al paese d’origine.
Con multisourcing di fa riferimento alla possibilità di acquistare più fornitori.

Se da un lato procedere con ordini più piccoli può far aumentare il costo dei beni dall’altro mette al sicuro l’azienda nel caso in cui un fornitore non sia in grado si consegnare la merce prevista nei tempi pattuiti.
Diversificando i fornitori e avvicinandoli il più possibile alle aziende gli imprenditori cercano di limitare gli effetti dovuti da un alto ai ritardi della logistica e dall’altro dall’incertezza di reperimento delle materie prime.
La situazione attutale ha inoltre spinto molte aziende a ripensare l’approccio al magazzino passando dal just-in-time al just-in-case.

Questo perché se prima della pandemia il just-in-time aveva consentito alle aziende di ridurre ulteriormente i costi legati alla gestione di magazzini ampi e sempre riforniti di scorte, rispettando contemporaneamente tempistiche di distribuzioni stringenti, oggi questo approccio non è più vincente. Con le catene di approvvigionamento dominate da una situazione di perenne incertezza l’approccio al magazzino just-in-case consente un maggiore accumulo di scorte per far fronte alle fluttuazioni della domanda in contesti incerti.

 

Come rendere la supply chain più resiliente?

Non tutti sono d’accordo sul fatto che queste strategie siano il miglior modello nel lungo periodo. Secondo Harry Gerard Broadman, International Investment Executive, Global Business Strategist di fama mondiale, professore, autore e giornalista, la risposta al mal funzionamento delle catene di approvvigionamento e dei sistemi di infrastrutture logistiche non può essere risolto creando barriere alla globalizzazione e indirizzandosi più sulla produzione locale, nonché sull’aumento del magazzino e della gestione delle scorte all’interno dell’azienda quali modi per mitigare i rischi.
L’unico modo davvero efficiente, secondo Broadman, è invece rappresentato dalla digitalizzazione della Supply Chain.

L’introduzione dell’AI e della digitalizzazione lungo le catene di approvvigionamento permetterebbe agli operatori del settore logistico non solo di vedere in tempo reale cosa accade lungo la supply chain ma anche di anticiparne le problematiche così da reindirizzare il traffico prevenendo le distorsioni. Inoltre, per il settore della logistica, uno dei principali fattori abilitanti della digitalizzazione rapida è l’implementazione dell’Internet delle cose (IoT), dove i dispositivi tradizionali si collegano a Internet e hanno la capacità di inviare e ricevere informazioni.

L’IoT consente il rapido scambio di informazioni in tempo reale tra tutte le parti coinvolte lungo una catena di approvvigionamento.
Il settore della logistica è sempre stato tra i principali sostenitori dell’innovazione e un’accelerazione in tal senso non solo permetterebbe di superare l’attuale impasse ma che di rafforzare in maniera strutturale il settore.





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