Fino a poche settimane fa nessuno avrebbe pensato che saremmo arrivati a questo punto.
Parlare di guerra non è mai semplice, soprattutto se si pensa a tutte le implicazioni socio-umanitarie.
Al di là di quelle che sono le dovute analisi su questo evento catastrofico, è giusto guardare con attenzione agli effetti di questa situazione sull’Italia sia dal punto di vista economico che di logistica e industria.
Si tratta di un bilancio economico che va oltre gli effetti delle sanzioni applicate alla Russia.
Il primo effetto di questo conflitto è l’aumento del costo dell’energia, con l’arrivo delle ostilità tra Russia e Ucraina è aumentato il costo del gas e questo ha fatto lievitare il costo del greggio, entrambi vitali per trasporti ed industria.
Questo ulteriore aumento del greggio porterà ad un inevitabile aumento del costo dei carburanti che contribuirà a mantenere viva la protesta degli autotrasportatori che già prima dello scoppio della guerra protestavano per insostenibilità dei costi a loro carico.
Tutto questo si tradurrà in un’ipotetica interruzione della supply chain con implicazioni dirette sugli approvvigionamenti di imprese e famiglie.
Un altro effetto del rincaro del gas naturale sarà l’aumento del costo dei fertilizzanti, prodotti a partire da questa materia prima: sono già aumentato del 160%.
Inoltre, con l’inizio del conflitto sono venute meno per l’Italia importanti fonti di approvvigionamento di grano e mais, fondamentali per l’industria agroalimentare.
Nonostante queste valutazioni la speranza è che le ostilità cessino al più presto, garantendo ai civili di poter vivere sereni e in pace.
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