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Le tre regioni prese in esame dalla prima indagine Contship e SRM

Nel rapporto inserito anche il QLI, indicatore su soddisfazione delle aziende prese in esame nel survey




Trasporti Nazionali e Internazionali

Da Contship e SRM un report sull’import-export di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna

25 Febbraio 2019

Istat e Fondo Monetario Internazionale hanno dato la loro visione dei fatti: l’Italia crescerà meno di quanto previsto, meno degli altri Paesi dell’area Euro, meno di quanto fatto registrare negli ultimi due anni.
Il nostro sistema economico, lo sappiamo, è fortemente basato su manifattura ed export: da questo punto di vista, nonostante le difficoltà di crescita, l’Italia è ancora tra i Paesi leader in Europa.
Cala tuttavia la domanda estera, pure a fronte di una maggiore stabilità nel settore servizi, e cala anche la produttività del fattore lavoro.
Su questo impatta, e molto, l’efficienza dei corridoi logistici: come dire: se la nostra manifattura ha difficoltà a raggiungere il resto del mondo, la competitività viene abbattuta, con “scorno” di tutto l’indotto e dell’economia totale dello Stivale.

Efficienza fa anche rima con sostenibilità, con gli effetti del cambiamento climatico che impattano su una logistica colpevole, secondo la stima IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change, del 14% di tutte le emissioni di gas serra al mondo.
Per far maggiormente luce sulla situazione dei trasporti, il Gruppo Contship Italia, in partnership con SRM (il centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo specializzato nell’analisi delle dinamiche economiche regionali in una visione europea e mediterranea), ha realizzato la prima indagine sull’efficienza dei corridoi logistici per le merci containerizzate così come percepita dalle imprese manifatturiere di tre tra le principali regioni esportatrici italiane, ovvero Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.

I numeri

L’indagine ha riguardato un totale di 400 aziende manifatturiere, 150 in Lombardia e Veneto, 100 in Emilia Romagna, senza limiti di dimensioni e senza vincoli settoriali.
Unica discriminante utilizzata è stato l’utilizzo, da parte delle aziende in questione, della modalità di import ed export marittima a mezzo container.
Le tre regioni prese in esame realizzano insieme il 52,7% dell’interscambio totale italiano verso l’estero, e sotto questo aspetto l’interscambio marittimo rappresenta una componente fondamentale del commercio estero di queste regioni.
Non sempre tuttavia è semplice raggiungere i porti più vicini (in particolare quelli più utilizzati sono quelli di Genova, Venezia, Ravenna, La Spezia, Trieste e Livorno).

Ad oggi la soluzione preferita per farlo rimane quella via gomma, con la soluzione combinata del corridoio strada e ferrovia largamente staccata.
La media, d’altronde, parla chiaro: l’81% degli spostamenti viene effettuato via gomma, solo il 19% con le due soluzioni di cui sopra.
Si segnala inoltre come l’Asia sia, per tutte e tre le regioni in esame, il continente di maggior prevalenza tanto per l’export (dove tuttavia gli Stati Uniti battono la Cina), ma soprattutto per l’import (in questo caso il dato è schiacciante: il 73% delle imprese totali riceve merci dall’Estremo Oriente, contro solo il 14% delle Americhe).

La gestione del processo logistico

C’è poi il dubbio su come gestire le operazioni di export dei propri prodotti, specie in un periodo in cui il fattore tempo e la precisione interni alla supply chain hanno acquisito ulteriore importanza.
Ad oggi l’85% delle aziende prese in esame nel rapporto di Gruppo Contship Italia e SRM ha dichiarato di esternalizzare il servizio.
L’outsourcing logistico può in effetti comportare diversi vantaggi: dalla riduzione dei costi operativi al miglior utilizzo degli stock a magazzino e, in generale, una migliore competitività sul mercato.

Il vantaggio più importante è però un altro: la totale assenza di capitali investiti in immobili, impianti, strutture e personale: in questo modo si abbatte un costo fisso che diventa variabile, seppur in una certa misura.
Diversa la percentuale relativa all’import, per quanto comunque di rilievo: in questo caso sono il 71% le imprese totali che affidano in outsourcing le operazioni di importazione.
Una percentuale come detto elevata, ma che fa segnare 14 punti in meno, dovuti probabilmente al fatto che nel B2B una maggior quota di imprese tende a far propria la logistica della merce in entrata per meglio rispettare i tempi e la qualità della produzione.

Il QLI

Il documento è stato inoltre corredato da un indicatore, utile secondo gli autori dello studio – Contship e SRM – a valutare in modo immediato il giudizio che le imprese manifatturiere italiane danno al proprio sistema logistico di riferimento.
L’indicatore, che funge in particolare da giudizio di soddisfazione delle imprese, è stato affiancato da un altro numero, che valuta invece l’importanza, sempre secondo le aziende, delle 10 variabili da analizzare scelte.
La “hit parade” vede in questo caso al primo posto la rapidità ed efficienza dei servizi doganali, con un punteggio (espresso da 1 a 10) di 8,98 punti.
A chiudere il podio la rapidità e regolarità dei servizi del porto (8,97) e la rapidità e regolarità dei servizi del trasporto marittimo (8,95).

In fondo, ma comunque con una buona considerazione, la disponibilità di servizi ferroviari ad alta frequenza (7,86).
Inferiori, com’era da attendersi, i valori relativi alla soddisfazione delle diverse variabili prese in esame.
In questa seconda classifica troviamo al primo posto la rapidità e regolarità dei servizi del trasporto marittimo, con un punteggio di 7,56.
Al secondo posto la rapidità e regolarità dei servizi del trasporto terrestre (7,54) e al terzo la rapidità e regolarità dei servizi del porto (7,51).
Fanalino di coda, come nel caso precedente, la disponibilità di servizi ferroviari ad alta frequenza (7,12).

Il Logistics Perfomace Index

Infine, un ultimo importante dato è quello rappresentato dall’LPI, elaborato ogni due anni dalla World Bank e che classifica i Paesi in base a diverse caratteristiche (efficienza doganale, qualità delle infrastrutture, facilità nel reperire spedizionieri, qualità dei servizi logistici, abilità di tracciare ed individuare le consegne e rispetto nei tempi di consegna).
In questa particolare classifica l’Italia si trova al 19° posto su 160 Paesi, in crescita di due posizioni rispetto al 2016.
Tra i Paesi europei, meglio del nostro si sono piazzati Germania, Svezia, Belgio, Austria, Olanda, Danimarca, Regno Unito e Finlandia, nelle prime 10 posizioni.





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