Con la Legge di Bilancio 2018 Governo e Parlamento scelgono di proseguire sulla strada degli incentivi per stimolare gli investimenti in digitalizzazione 4.0 delle imprese, non solo prorogando le misure introdotte nel 2017 (super e iperammortamento, nuova Sabatini), pur con una serie di rimodulazioni, ma allargando il piano Industria 4.0 anche alla formazione digitale.
Le due misure fondamentali sono il credito d’imposta al 40% per le imprese che investono nella formazione digitale dei dipendenti e il potenziamento degli ITS, gli istituti tecnici superiori.
E’ stato approvato definitivamente il 23 dicembre 2017 dal Senato, in terza lettura, il testo della Legge di Bilancio 2018, dopo un lungo percorso che lo ha visto significativamente modificato prima al Senato stesso e poi alla Camera.
La manovra 2018 prevede diverse misure che si iscrivono al capitolo Industria 4.0 / Impresa 4.0, sulle quali vi abbiamo aggiornato in tempo reale durante queste convulse settimane, ma che vale la pena sintetizzare nel loro insieme ora che abbiamo a disposizione i testi ufficiali delle nuove norme, compresa la numerazione finale dei commi dell’articolo unico.
I testi li trovate in fondo a questo articolo.
Confermato – ma con rilevanti modifiche e ampliamenti – l’iperammortamento: innanzitutto si va avanti un altro anno intero, fino al 31 dicembre 2018, con consegne fino al 31 dicembre 2019 se viene versato un acconto pari ad almeno il 20% dell’ordine.
In secondo luogo è, infatti, stata introdotta la possibilità di sostituire “in corso d’opera”, cioè durante il periodo dell’ammortamento, i beni che fruiscono dell’iperammortamento con altri beni aventi caratteristiche non inferiori.
La terza novità, invece, riguarda i beni immateriali dell’allegato B (per le quali è confermata la maggiorazione al 140%), ai quali si aggiungono tre nuove voci relative ai software per la realtà immersiva, la logistica e l’e-commerce.
Anche il superammortamento viene confermato per un altro anno (31 dicembre 2018), ma con percentuali e perimetro ridotti: l’incentivo scende, infatti, dal 140% al 130% e sono esclusi del tutto gli autoveicoli, compresi quelli a uso esclusivo.
Per le consegne c’è tempo fino al 30 giugno 2019, sempre se l’ordine viene confermato con un acconto pari almeno al 20% del totale.
Il credito d’imposta regolamentato dai commi da 46 a 56 della manovra è pari al 40% delle spese relative al solo costo aziendale del personale dipendente per il periodo in cui è occupato in attività di formazione.
Significa che l’agevolazione si applica in relazione al costo aziendale del personale effettivamente impiegato nelle attività di formazione, non al costo della formazione.
Quindi, indipendentemente dalla spesa che l’azienda sostiene per pagare chi fornisce la formazione.
E’ una scelta importante del legislatore, perché interviene direttamente sul costo del lavoro consentendo alle imprese di valorizzare il personale che ha molti anni di anzianità aziendale.
Attenzione: le spese di formazione sono incentivate solo se pattuite attraverso contratti collettivi aziendali o territoriali.
L’incentivo riguarda tutte le imprese, indipendentemente da forma giuridica, settore economico e regime contabile.
Si applica al periodo d’imposta 2018.
La norma specifica con precisione quali sono gli ambiti di formazione incentivati, che devono riguardare le tecnologie previste dal Piano nazionale Industria 4.0 come big data e analisi dei dati, cloud e fog computing, cyber security, sistemi cyber-fisici, prototipazione rapida, sistemi di visualizzazione e realtà aumentata, robotica avanzata e collaborativa, interfaccia uomo macchina, manifattura additiva, internet delle cose e delle macchine e integrazione digitale dei processi aziendali.
Queste tecnologie devono essere applicate negli ambiti indicati nell’allegato A della manovra.
Eccoli:
Non sono, invece, incentivate le attività di formazione ordinaria o periodica organizzata dall’impresa per conformarsi alla normativa vigente in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro, di protezione dell’ambiente e ad ogni altra normativa obbligatoria in materia di formazione.
Il credito d’imposta può essere utilizzato solo in compensazione, va indicato in dichiarazione dei redditi, non concorre alla formazione del reddito e della base imponibile IRAP, non si applicano il limite annuale di 250mila euro per l’utilizzo dei crediti di imposta previsto dall’articolo 1, comma 53, della legge 244/2007 e quello massimo di compensabilità pari a 700mila euro di cui all’articolo 34 della legge 388/2000.
Sono previsti specifici obblighi di certificazione.
Bisogna attendere un decreto ministeriale dello Sviluppo economico, di concerto con i dicasteri di Economia e Lavoro, entro 90 giorni dal primo gennaio, che conterrà le disposizioni applicative con particolare riguardo all’individuazione delle procedure di concessione e di utilizzo del beneficio e alla documentazione richiesta, all’effettuazione dei controlli e alle cause di decadenza e revoca del beneficio.
Sono prorogati per il 2018 super e iperammortamento e nuova Sabatini, con una serie di modifiche rispetto al 2017.
Il superammortamento è al 130% (e non più al 140%), e non si può più applicare ai veicoli e agli altri mezzi di trasporto (anche se utilizzati esclusivamente per l’attività di impresa).
L’agevolazione fiscale alza del 30% le quote di ammortamento sugli investimenti in beni strumentali nuovi.
Introdotta nel 2016, è stata prorogata nel 2017 e ora viene applicata anche al 2018, con la maggiorazione ridotta al 30%.
Gli investimenti devono essere effettuati nel 2018 oppure entro il 30 giugno 2019 a condizione che entro il 31 dicembre 2018 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti almeno pari al 20%.
Infine, la Sabatini, ovvero i finanziamenti agevolati per gli investimenti in nuovi macchinari delle PMI: il comma 22 della manovra rifinanzia la misura con una dotazione di 330 milioni di euro per il periodo 2018-2023: 3 milioni di euro per il 2018, 66 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2019-2022 e 33 milioni di euro per il 2023.
Sale al 30% la quota di risorse riservata agli investimenti in macchinari 4.0 (era al 20% l’anno scorso): big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, realtà aumentata, manifattura 4D, Radiofrequency identification (RFID), tracciamento e pesatura di rifiuti.
Resta la maggiorazione del 30% del contributo statale previsto per questi investimenti.
Ricordiamo, in estrema sintesi, che la Sabatini prevede finanziamenti agevolati fino a 2 milioni di euro a impresa, copre il 100% dell’investimento ammissibile per cinque anni, e prevede un contributo statale pari al valore degli interessi calcolati al 2,75%.
Per gli investimenti in digitale, la maggiorazione del 3% comporta che il contributo statale si calcoli su interessi al 3,575% annuo.
L’investimento può essere coperto dal Fondo di garanzia PMI fino a un massimo dell’80%.
Grande soddisfazione del Ministro Carlo Calenda: in una nota del Ministero dello Sviluppo Economico si rileva come la proroga di iper e super ammortamento valga 7,8 miliardi, mentre “sul versante degli investimenti in capitale umano e competenze sono stati stanziati 250 milioni per il credito di imposta per la formazione su tecnologie 4.0 e 95 milioni per incrementare il numero di studenti degli Istituti Tecnici Superiori con l’obiettivo di raggiungere quota 20.000 entro il 2020.
Accanto a ciò l’istituzione del Fondo per il capitale immateriale con oltre 300 milioni, il rifinanziamento della nuova Sabatini con 330 milioni e del Fondo di Garanzia per le PMI per 830 milioni (nel decreto fiscale).
Infine, il Piano straordinario Made in Italy con 230 milioni per aiutare le aziende a penetrare e essere competitive sui mercati esteri.
Innovazione, formazione e internazionalizzazione sono le leve giuste per sostenere l’industria e creare benessere sociale e occupazione”.
I conti del Ministero portano, quindi, a poco meno di 10 miliardi di euro (9.859 milioni) il totale delle risorse stanziate a partire dal 2018 per il Piano Impresa 4.0 tra decreto fiscale e legge di bilancio, senza contare le risorse per il credito d’imposta in Ricerca e Sviluppo previste nella scorsa legge di bilancio.